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Coste francesi vietate ai natanti italiani


08-07-2004

Le autorità d'Oltralpe pretendono un certificato di nazionalità per i natanti italiani che navigano nelle loro acque. Pena severe multe e sequestri.

Coste francesi vietate ai natanti italiani
L'Unione Europea ha una nuova, inaspettata, frontiera nel confine marittimo tra Italia e Francia. Dal mese di giugno, infatti, i natanti italiani non possono più entrare in acque francesi, pena una multa di 150 euro e in caso di recidiva il sequestro dello scafo. Le autorità d'Oltralpe per consentire la navigazione lungo le loro coste, contrariamente a quanto avvenuto finora pretendono infatti dai diportisti italiani un certificato che attesti la nazionalità dello scafo, un documento obbligatorio per le unità francesi, ma non previsto dalla nostra legislazione. Nel nostro paese, infatti, le unità fino a 10 metri di lunghezza non hanno obblighi di immatricolazione né di registrazione e non sono tenute a battere bandiera; il loro semplice possesso costituisce titolo di proprietà. Una grana, questa con la Francia, che sta progressivamente montando e rischia ormai di trasformarsi in un incidente diplomatico. Sono centinaia infatti le barche di piccole e medie dimensioni che soprattutto nel fine settimana navigano dal litorale italiano in direzione delle coste francesi e anche verso la Corsica. Senza contare le decina di migliaia di diportisti che hanno lo scafo ormeggiato nei marina delle belle e accoglienti città della Costa Azzurra, ma che non possono uscire dal porto pena severe sanzioni. Una situazione paradossale, soprattutto alla luce dell'abolizione delle frontiere interne tra i paesi dell'Unione Europea, ma che sembra di non facile e rapida soluzione. Ai regolamenti internazionali, che garantiscono la libertà di navigazione, i cugini francesi oppongono infatti, le loro stringenti normative doganali. Della vicenda si stanno occupando il nostro ministero delle Infrastrutture e della Navigazione e anche il dicastero degli Esteri. (fa.co)

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