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"Golden Globe Race"
arriva anche Randmaa


11-03-2019

Il velista estone il 10 marzo ha concluso dopo 254 giorni il giro del mondo "vintage" in solitario. È terzo, con lui si completa il podio.

"Golden Globe Race"
arriva anche Randmaa

Ha perso 20 chilogrammi di peso ma non il sorriso Uku Randmaa, il velista estone che alle ore 9 del 10 marzo ha concluso il Golden Globe Race, completando così il podio del giro del mondo in solitario "vintage" (ammesse solo barche il cui progetto è antecedente al 1988 e strumenti degli Anni 60). Ad attenderlo sul  traguardo di Le Sables d'Olonne (Francia) oltre a migliaia di persone c'erano la moglie Maibi, il vincitore della regata Jean-Luc Van Deede e il secondo classificato Mark Slats. «Questo è stato il mio più grande sogno nella vita e sono molto, molto felice di averlo realizzato – è stata una delle prime dichiarazione di Randmaa – e per questo, devo ringraziare mia moglie». Partecipare e concludere un'impresa del genere è infatti già una vittoria, se si considera che dei 18 skipper in gara salpati il 1° luglio 2018 solo tre sono arrivati al traguardo, mentre altri due, lo statunitense Istvan Kopar e lo svedese Tapio Lehtinen, si trovano attualmente a 950 e 3.800 miglia dall'arrivo.

Randmaa, 56 anni, ha impiegato poco più di 254 giorni per completare a bordo del suo Rustler 36 "One and All" il periplo del pianeta, una prova che si è ulteriormente complicata dopo Hobart (Tasmania), quando si è reso conto il cibo cominciava a scarseggiare, costringendolo a una razionalizzazione delle scorte: «Ho consumato due pasti al giorno; un piatto liofilizzato e una tazza di zuppa, ma è stato molto vatanaggioso per la mia salute. Se avessi fatto maggiore attività fisica, mi sarei stancato presto, ma non è stato un grosso problema». Le maggiori difficoltà infatti il navigatore estone ha dichiarato di averle incontrate al largo risalendo l'Atlantico «La parte più difficile del viaggio è stata la mancanza di vento. Sono rimasto bloccato nel sistema di alta pressione di Sant'Elena per più di una settimana. La mia più grande preoccupazione era mantenere la barca integra. Ero preoccupato che se qualcosa si fosse rotto avrei potuto non essere in grado di finire la gara». Fortunatamente per Randmaa le cose sono andate bene, permettendogli di concludere questa originale e dura impresa agonistica destinata a restare nella storia della vela oceanica.

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