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Incendio a bordo di "Pochea"
affonda l'ex "Club Méditerranée"


22-02-2021

Il veliero di 72 metri con il quale il navigatore Alain Colas partecipò alla Ostar del 1976 è stato gravemente danneggiato dalle fiamme

Incendio a bordo di "Pochea"
affonda l'ex "Club Méditerranée"

Un incendio nella notte tra il 17 e il 18 febbraio ha distrutto "Pochea", il 4 alberi di 72 metri passato alla storia con il nome di "Club Méditerranée", il “mega veliero” con il quale il navigatore francese Alain Colas partecipò alla Ostar del 1976. Lo yacht, attualmente di proprietà dell'imprenditore francese delle comunicazioni Xavier Niel si trovava alla fonda nella baia di Pulau Singa in Malesia, quando un incendio si è sviluppato nei locali di poppa: il pronto intervento dei vigili del fuoco ha tratto in salvo le sette persone di equipaggio e domato le fiamme ma il giorno dopo, il 19 febbraio, a causa dei danni riportati lo yacht è affondato.

Alan Colas ha appena vinto la Ostar del 1972 a bordo del trimarano "Manureva" quando decide che la prossima edizione l'avrebbe disputata a bordo della barca più lunga che avesse potuto manovare, secondo la formula “più una barca è lunga, più va veloce”. Pensa dunque a uno scafo di 60 metri, con alberi non più alti di 30 metri, ognuno dei quali possa alzare al massimo 120 metri quadrati di vela. L'idea è proposta all'architetto navale Michel Bigouin, già progettista dei Pen Duick IV e V, che accetta la sfida e disegna una maxi veliero di 72 metri a quattro alberi, in grado di tenere oltre 1.000 metri di tela. Lo scafo, in acciaio, di 240 tonnellate, è costruito dall'arsenale di Tolone, e finanziato per 2/3 dall'imprenditore Gilbert Trigano, proprietario del Club Méditerranée che poi l'avrebbe sponsorizzato. Durante la sua costruzione Colas subisce un grave incidente che gli costa la perdita del piede sinistro. Lo skipper francese non si arrende e nonostante i problemi fisici e l'ostracismo degli organizzatori inglesi, che lo accusano di essere al comando di una nave che si governa premendo pulsanti, il 5 giugno del 1976 è al via della traversata atlantica Ostar. Nella prima parte della gara Colas è in testa, ma durante la navigazione le drizze si spezzano una dopo l'altra costringendolo a una sosta di 36 ore a Terranova, quando riprende la regata il connazionale Eric Tabarly a bordo del "Pen Duick VI" è ormai imprendibile con 7 ore di vantaggio. Un ritardo ampliato anche dalla penalità inflitta a Colas, accusato di essersi fatto aiutare per la ripartenza.

Dopo questa esperienza Club Méditerranée è convertito per il charter e nel porto di Marsiglia subisce un primo incendio che distrugge i lavori di refitting, privo di sponsor è rimpatriato a Tahiti, dove resta abbandonato per 4 anni nel porto di Papeete. Nel 1978 Alan Colas scompare in mare durante la Route du Rhum (era a bordo di Manureva) e Club Méditerranée è acquistato da Bernard Tapie, un originale imprenditore, attore e politico francese. Ribattezzato “Pochea” è impiegato per stabilire il primato della traversata atlantica, tentativo fallito anche se registra il record di percorrenza sulle 24 ore: 457 miglia. Negli anni successivi il velirero è utilizzato come yacht privato e per il charter di lusso. Dopo vari lavori di ammodernamento e l'istallazione di una tuga più lunga, nel 1988 ritenta con successo il record atlantico fermando il cronometro dopo 8 giorni, 3 ore e 29 minuti. Inseguito a problemi finanziari di Tapie, il veliero passa nuovamente di mano.
La nuova armatrice Mouna Ayoub lo trasforma definitivamente in uno yacht di lusso e fa ridurre anche gli alberi per diminuire lo sbandamento: resterà la sua barca fino al 2010 quando passerà la proprietà all'attuale armatore Xavier Niel. Regate, record ma anche incendi, restauri e abbandoni: la vita di Club Méditerranée è stata costellata di alti e bassi fino a questo ultimo incidente: una barca storica, che è sempre rinata dalle sue ceneri e noi ci auguriamo che anche questa volta sia così.

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