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Milano: Lodigiani racconta
il suo viaggio col "mitico" Bat


20-02-2020

Il 21 febbraio presso la sede della Lega Navale del capoluogo lombardo il noto progettista parla del periplo dell'Italia compiuto nel 2019 sul suo cutter di 130 anni.

Milano: Lodigiani racconta
il suo viaggio col "mitico" Bat

Nel 2019 il velista e progettista Paolo Lodigiani ha effettuato un originale giro dell'Italia a bordo del Bat 1889, un luccicante cutter di 5,20 metri costruito in Inghilterra nel 1889 su progetto di C. P. Clayton. Di questa navigazione a tappe durata 2 mesi se ne parlerà venerdì 21 febbraio in una conferenza dal titolo “Mitico Bat 1889” presso la sede della Lega Navale di Milano. Sarà proprio l'eclettico Lodigiani, tra l'altro apprezzato scrittore, a raccontare in prima persona il suo viaggio denominato "Bat 200", un numero che deriva dalla somma dei suoi anni (70) e quelli della barca (130), che lo ha visto dal 28 maggio al 27 luglio 2019 impegnato da Sanremo a Trieste. Circa 1.700 miglia durante le quali il navigatore ha toccato 53 porti e ospitato 30 velisti e appassionati di mare che a turno si sono avvicendati a bordo per condividere questa avventura, un'impresa fuori dal comune e non certo facile, sia per l'età del timoniere che per la tipologia di barca.

Costruita nel 1889 dal cantiere inglese Howard di Maldon, il Bat è un cutter con armo aurico che alza 40 metri quadrati di tela, un'ampia superficie velica possibile grazie al lungo bompresso; ha lo scafo di fasciame di teak di 15 millimetri, struttura in rovere e deriva in piombo. A bordo non ci sono winch né altri componenti moderni, ad esclusione del fuoribordo di 6 hp. È stata per 30 anni la barca di Carlo Sciarrelli. Il famoso progettista italiano l'aveva acquistata nel 1965 da Sergio Spagnul, che a sua volta l'aveva trovata abbandonata a Latisana (Udine) e restaurata. Il primo armatore italiano fu Ruspini di Blevio, che nei primi del Novecento la utilizzava sul lago di Como. Paolo Lodigiani l'ha acquistata nel 1994 e sottoposta a due interventi di restauro, il primo nel 1999 sotto la supervisione di Carlo Sciarrelli che l'ha riportata al disegno originale del 1889 con lo scafo aperto non pontato, e quindi nel 2019 quando Lodigiani ha ripristinato la coperta e la tuga prima volute e poi tolte da Sciarrelli.

 

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