Si chiama Nautica Italiana la nuova associazione di imprese che operano nel settore dello yachting. La presentazione ufficiale, con l'organigramma e il programma operativo sono previsti per il 1° settembre, ma  la notizia circola già da alcuni giorni. Tra i soci fondatori del nuovo sodalizio ci sono i cantieri Azimut-Benetti, Ferretti, Baglietto e Perini Navi. Si tratta di alcuni dei marchi più prestigiosi del diporto made in Italy, gli stessi che all'inizio dell'anno hanno deciso di uscire da Ucina, il ramo nautico di Confindustria, finora l'unica associazione del settore.

Una spaccatura, quella delle industrie nautiche italiane, che arriva dopo anni di contrasti e divisioni all'interno di Ucina. Dissidi dovuti sembra a una gestione centralistica dell'associazione, eccessivi personalismi, polemiche crescenti tra grandi aziende e piccoli produttori, ma anche a una strategia associativa troppo dipendente dal Salone Nautico di Genova, priva di una visione strategica globale e territoriale. Divisioni che hanno raggiunto il culmine lo scorso marzo quando ai vertici di Ucina a Lamberto Tacoli, amministratore del cantiere Crn e rappresentante del Gruppo Ferretti, è stata preferita Carla Demaria, presidente di Monte Carlo Yachts (Gruppo Bénéteau). Nautica italiana all'inizio dovrebbe affiliarsi non con Confindustria, ma con Altagamma, fondazione che riunisce una serie di aziende italiane che operano nella fascia più alta del mercato.