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Oceanbird un veliero
contro le emissioni


15-09-2020

Nasce in Svezia il progetto di un cargo a vela di 200 metri capace di attraversare l'Atlantico in 12 giorni abbattendo i consumi del 90 per cento

Oceanbird un veliero
contro le emissioni
È una facile profezia: in futuro torneranno i velieri, ovvero moderne navi a vela impegnate lungo rotte commerciali e sospinte solo dal vento. Lo dimostrano i numerosi progetti più o meno convincenti che negli ultimi anni sono stati sviluppati, senza tuttavia trovare applicazione concreta nel traffico marittimo.
 
Potrebbe fare eccezione Oceanbird ultimo ritrovato dell'ingegneria navale progettato da un consorzio svedese col sostegno economico della Trafikverket, l’Amministrazione svedese dei trasporti. Tecnicamente chiamata WPCC, Wind-Powered Car Carrier e Destinata al trasporto di oltre 6.000 automobili, la nave, è lunga circa 200 metri e larga 40 e dispone di 5 grandi vele a profilo alare armate su 5 alberi da 80 metri che ne costituiranno il principale organo di propulsione. Le "ali" saranno per di più terzarolabili con altezza riducibile a 50 metri in caso di condizioni meteo avverse.
“È un progetto tecnicamente impegnativo – affermano gli sviluppatori di Wallenius Marine – le vele e lo scafo lavoreranno insieme come una singola unità per sfruttare il vento nel modo più efficiente”.
Per la traversata atlantica è stimato che Oceanbird impiegherà 12 giorni anziché gli attuali 7 con però uno straordinario abbattimento nei consumi stimati in circa il 90 per cento. Una manna per il pianeta e la nostra salute.
 
Secondo uno studio diffuso dall'Agenzia europea dell'Ambiente infatti, il trasporto marittimo emette circa 940 milioni di tonnellate di CO2 all'anno ed è responsabile di circa il 2,5% delle emissioni globali di gas serra (e del 13% di quelle prodotte dal settore dei trasporti) con prospettive di crescita, dato il costante aumento del traffico in mare, tra il 50 e il 250% entro il 2050.
 
Un progetto come quello di Oceanbird, che dovrebbe concretizzarsi con l'effettivo varo nel 2024, potrebbe dunque imprimere una accelerazione alla blanda strategia messa in atto dall'IMO, l'organizzazione internazionale marittima, per ridurre le emissioni totali annue di gas serra prodotte dai trasporti marittimi di almeno il 50% entro il 2050 e proseguire gli sforzi per una loro graduale eliminazione nel corso di questo secolo, come richiesto dalla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2019 COP 25.
 
 

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