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Golden Globe 2018
solitari al via!


28-06-2018

Il giro del mondo rievocativo della grande impresa che nel 1968 ebbe come protagonisti Knox-Johnston e Moitessier è ai nastri di partenza. Tra i concorrenti l'italiano Cappelletti.

Golden Globe 2018
solitari al via!

Domenica 1° luglio, alle ore 12, parte da Les Sables d’Olonne, Francia, il Golden Globe Race 2018, regata rievocativa di quello che fu nel 1968-69 la prima grande avventura intorno al mondo, senza scalo e in solitario. Una celebrazione quasi maniacale quella ideata dall'australiano Don McIntyre, ideatore e organizzatore dell'evento, che ha preteso che i 19 concorrenti attualmente iscritti affrontino il periplo del globo passando per Capo di Buona Speranza, Cape Leewuin e Capo Horn con lo stesso tipo di barche usate nella prima competizione: a chiglia lunga, piccole, pesanti e lente. Non solo, dovranno imbarcare le medesime dotazioni degli Anni 60. Niente elettronica, assistenza meteorologica, radar, o gps. A bordo, per 30.000 miglia di navigazione, solo sestante, bussola, compasso e squadrette per calcolare la rotta.
Per tutti i partecipanti l'impresa di riferimento è quella compiuta nel 1969 dall'inglese Robin Knox-Johnston che a bordo del Suhaili, un ketch di 9 metri di legno, tagliò per primo il traguardo col tempo di 312 giorni.
A delimitare la partenza, domenica prossima ci saranno da un lato lo Suhaili di Robin Knox Johnston e dall'altro Joshua di Bernard Moitessier (che partecipò al Golden Globe prima di abbandonare la gara per continuare a stare in mare e seguire la lunga rotta che lo rese celebre). Il porto francese è anche il traguardo della gara, senza limiti di tempo.
Nel percorso sono previsti 3 cancelli obbligatori in cui transitare. In 2 di questi (Canarie e Capo Verde) sono previste brevi comunicazioni con le barche in transito per consentire di effettuare video e ricevere foto, film o lettere dai concorrenti. Nel quarto gate, situato nei pressi di Hobart, in Tasmania, ogni concorrente dovrà invece sostare per almeno 90 minuti all’interno di una grande baia (Storm Bay) con possibilità di dare fondo all’ancora. In questa occasione gli skipper potranno salutare i parenti o effettuare interviste, ma senza venire fisicamente a “contatto” con nessuno e senza imbarcare materiale.
Tra i 19 iscritti, tra cui figura anche il celebre navigatore francese Jean-Luc Van Den Heede (72 anni), c'è anche l'italiano Francesco Cappelletti di cui a seguire riportiamo l'intervista effettuata a maggio e pubblicata su Bolina di questo mese.
È possibile seguire la regata in tempo reale sul sito del Golden Globe 2018. Qui web saranno pubblicati anche i brevi aggiornamenti testuali che gli skipper possono inviare ogni 6 ore alla direzione di regata, alcuni estratti delle conversazioni satellitari con il “race Control” e dei video settimanali.

Cappelletti: L'obiettivo è terminare la regata

Francesco Cappelletti, 39 anni, toscano (di Montevarchi) è l’unico italiano in gara alla Golden Globe Race, probabilmente la più estrema delle regate intorno al mondo in solitario organizzate negli ultimi anni. Partecipa con il ketch 007, un Endurance 35 del 1977. Lo abbiamo intervistato a 2 mesi dalla partenza.
– Francesco, allora sei pronto per la grande avventura?
«Sì, anche se al momento restano ancora diverse cose da sistemare per la barca e il budget è ormai in fase di esaurimento. Manca l’attrezzatura di coperta, gli winch, gli stopper e la componente della sicurezza: zattera, epirb, satellitari, etc.».
– Quanto è costata finora la preparazione?
«Diciamo intorno ai 65.000 euro compreso il costo della barca; in fin dei conti un budget ridottissimo per una gara di questo tipo».
– Che interventi hai effettuato sul tuo 007?
«Ho predisposto 3 paratie stagne, la parte prodiera è ora adibita a cala vele e diventata un elemento di rinforzo strutturale, sostituito gli alberi, ora passanti, ho creato una timoneria interna e rinforzato la tuga».
– La tua tabella di marcia ora cosa prevede?
«Dopo il varo della barca a Pisa dovrei raggiungere la costa mediterranea francese, in Camargue, per organizzare il trasporto via terra sulla parte atlantica, così eviterò tutto il giro della Spagna, lo Stretto di Gibilterra e le incognite del Golfo di Biscaglia con possibili problemi meteo che potrebbero rallentarmi. Poi, raggiunta Le Sables d’Olonne, andrò a Falmouth in Inghilterra per partecipare al preambolo della gara, la Suhaili Parade of Sail, dall’11 al 14 giugno».
– Quanto conti di rimanere in mare?
«Ho calcolato circa 8 mesi e mezzo, ma ovviamente la previsione è molto variabile».
– In gara c'è un altro concorrente con una barca uguale alla tua, sarà una regata nella regata?
«In realtà l'Endurance 35 del russo Igor Zaretskiy è 5 tonnellate più pesante del mio, più massiccio; da lui non dovrei avere preoccupazioni a differenza degli altri skipper francesi. Prevedo di soffrire un po’ nella discesa dell'Atlantico, poi ce la giocheremo per bene con tutta la flotta».
– Chi temi di più?
«Sicuramente Jean-Luc Van Den Heede, ha avuto mezzi, tempo per prepararsi e ha grande esperienza oceanica. Però ha anche una certa età (72 anni, ndr) e la gara dura 8 mesi, quindi è difficile che possa avere voglia e possibilità di tirare sempre al massimo. È possibile che la interpreti più come l'esperienza conclusiva della sua carriera. Per quanto riguarda gli altri non vedo profili particolarmente agonistici o con grandi esperienze in oceano. Sarà una gara aperta».
– In fondo arrivare al traguardo sarebbe già una vittoria.
«Sicuramente; stiamo parlando di un giro del mondo in solitario senza scalo. Il mio vero obiettivo è riuscire a terminarlo».
– In effetti pericoli ce ne sono, in molti te l’avranno chiesto: ma chi te lo fa fare a prenderti questo rischio?
«È sempre più difficile rispondere, più mi avvicino alla partenza e più è complicato capire le vere ragioni per cui lo faccio; temo di non saperlo più neanche io. L’unica cosa che so è che quando ho visto il bando di regata non ho saputo trattenermi e questa è l'unica motivazione che ancora adesso posso dare».

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