Il solitario in gara nel giro del mondo senza scalo aveva disalberato tra i Quaranta Ruggenti il 21 dicembre. Salvo grazie alla solidarietà tra marinai e all'entrobordo
È stata un'Odissea, ma come Ulisse, lo skipper finlandese Ari Känsäkoski in gara alla Global Solo Challenge, giro del mondo senza scalo e in solitario, è riuscito a toccare terra il 15 gennaio a Durban, in Sudafrica dopo una brutta avventura durata 25 giorni. Il suo Class 40 Fuji, aveva disalberato nella notte tra il 21 e il 22 dicembre in Oceano Indiano a una latitudine di oltre 41 gradi Sud ovvero a circa 1.000 miglia a Sud del Madagascar, 1.200 miglia dalla costa africana e 1.400 da Città del Capo. Si trovava, insomma, in mezzo al nulla per di più in condizioni meteorologiche critiche.
Il sinistro è da imputare al cedimento di una sartia diagonale inferiore a cui, a causa del persistente rollio della barca, è seguito quello dell'albero.
Lo skipper, 54 anni, fortunatamente illeso, non si è dato per vinto: ha assicurato allo scafo il troncone caduto e atteso una finestra meteorologica favorevole per rizzarlo in coperta, improntando un sistema di winch e paranchi. Ha quindi allestito un armo di fortuna con a riva le vele da tempesta per supportare la spinta dell'entrobordo.
Con soli 100 litri di carburante nei serbatoi, Känsäkoski ha quindi puntato verso Nord con l'obiettivo di uscire dalla fascia dei 40 Ruggenti e puntare su Durban. A contrastarlo c'era però la contro-corrente di Agulhas che lo spingeva verso Est, facendolo procedere a singhiozzi con un elevato consumo di carburante.
Grazie alle segnalazioni dell'organizzazione e all'intervento della MRCC di Reunion, il 27 dicembre Ari è stato accostato da un peschereccio giapponese che lo ha rifornito di circa 380 litri di carburante; un quantitativo generoso, ma comunque insufficiente per raggiungere la terraferma.
Il fato è stato però ancora una volta dalla parte del navigatore solitario: il 13 gennaio, infatti, con ancora 400 miglia da coprire, Fuji è stata raggiunta dalla nave finlandese Finncanopus che ha rifornito il compatriota di diesel e provviste aggiuntivi. Ciò ha consentito ad Ari di arrivare il 15 gennaio fino a 8 miglia da Durban, poi il suo entrobordo, un Lombardini 1003M, ha gettato la spugna: rotta la cinghia di trasmissione. Un'avaria d'altro canto comprensibile visto che di norma questo componente dovrebbe essere sostituito non oltre le 500 ore di moto. Quella di Känsäkoskiaveva tenuto duro per 1.200 miglia, vale a dire 600 ore continuative.
La barca è stata tratta quindi rimorchiata a terra da una unità di soccorso. Tutto è bene quel che finisce bene, Ari Känsäkoski è sano e salvo e in ottime condizioni di salute.
Prosegue la corsa per gli altri concorrenti con Mowgli di Philippe Delamare sempre in testa e già in Atlantico all'altezza di Mar de la Plata (Argentina). Anche gli italiani tirano dritto con Andrea Mura su Vento di Sardegna in rotta verso per la Nuova Zelanda (al 4° posto della classifica provvisoria), Andrea Tosetto su Obportus in pieno oceano Pacifico (al 5° posto della classifica provvisoria) e Andrea Tosetti su Aspra in Indiano sulla latitudine dell'arcipelago di Kerguelen (al 12° posto della classifica provvisoria).