Ha compiuto 100 anni il Nibbio, barca simbolo della tradizione nautica triestina e fiore all'occhiello della Società Triestina della Vela presso cui è ormeggiata e che il 30 settembre ha voluto celebrarne il compleanno insieme all'armatore Pietro Barcia.

Tipico caicio, lancia da lavoro caratteristica del golfo triestino impiegata per il trasbordo dai velieri, il Nibbio fu varato a Pirano, in Istria, nel 1921 dal maestro d'ascia Francesco Bucovaz. Luminare nella scienza della costruzione Bucovaz era noto per la capacità di creare forme  senza partire da modelli, ma tracciando le linee direttamente in scala al vero, partendo dalla sezione maestra e da due sezioni poste vicino alle estremità. 

Pur simile nelle linee la barca non va confusa con la passera lussiniana con cui ha condiviso più che altro una progressiva trasformazione in natante da diporto.

 

Originariamente disponeva di un armo “ribassato” tipico delle barche da lavoro, con vela al terzo e scotta volante con un albero di sei metri e randa inferita sull’antenna a circa due terzi. Nel 1933 fu trasformata in barca da crociera con randa bermudiana. 

Nel 1946 passò per le mani di Carlo Sciarrelli che ne modificò il piano di deriva e di Riccardo Pergolis che la dotò di un nuovo piano velico. Così, fortemente invelata (33 mq) e con la superficie bagnata ridotta, diventò una formidabile barca da regata.

 

Presente a tutte le edizioni della Barcolana, chiuse la prima al 4° posto assoluto, la seconda al 3° e accumulando nel tempo 19 vittorie di categoria. Un vero gioiello, un piccolo purosangue che non teme rivali, neppure cent'anni più giovani.

 

Dati tecnici: lunghezza fuori tutto: 6,06 m; larghezza: 1,98 m, pescaggio: 0,53 m, zavorra: 0,28 ton, superficie velica: 33 mq