Tipo: Monoscafo
Cantiere: Multiplast , Francia
Progettista: Gilles Ollier
Progettato da Gilles Ollier nel 1988, “Elf Aquitaine III” era un ibrido tra i catamarani della Formula 40 e i trimarani di 60 piedi
Elf Aquitaine III é un trimarano da regata di 60 piedi (18,28 m) progettato nel 1988 da Gilles Ollier e costruito dal cantiere Multiplast di Vannes, Francia, per lo skipper Jean Maurel. Verso la fine degli Anni 80 le competizioni oceaniche come la Ostar (da Plymouth, Inghilterra, a Newport, negli Stati Uniti), la Route du Rhum (da St. Malo, Francia, a Pointe-à-Pitre, Guadalupa) o ancora la Transat en Double (con partenza e arrivo a Lorient, Francia, e boa alle Bermuda) vivono la stagione migliore e catalizzano l’attenzione di navigatori e progettisti che collaborano per dare vita a progetti sempre più estremi. Elf Aquitaine III, in particolare, nasce per partecipare alla Ostar (all’epoca si chiamava C-Star) e Gilles Ollier (uno dei progettisti capiscuola, insieme a Nigel Irens, dei grandi multiscafi oceanici) ha un’idea ben precisa e piuttosto rivoluzionaria su cosa fare: creare una sorta di ibrido tra un trimarano e un catamarano. L’obiettivo è sommare alla rigidità del piano velico tipica dei trimarani, la grande stabilità dei catamarani. Quest’ultima caratteristica, infatti, avrebbe consentito di superare il classico tallone d’Achille dei trimarani: la loro tendenza cioè a ingavonare la prua dello scafo sottovento e, facendo perno su questa, a rovesciarsi. Ollier prende così ispirazione da un catamarano ideato da lui stesso qualche anno prima, il Jet Service (Formula 40), vincitore tra l’altro della Course de l’Europe nel 1987. Elf Aquitaine III ne riprende le forme semiellittiche delle carene degli scafi, le traverse dritte e la stessa attrezzatura di coperta. I due scafi laterali dell’Elf Equitaine III sono simili a quello centrale sia come lunghezza, che per il bordo libero e i volumi. Per contenere i pesi gli scafi, le derive, l’albero, il boma e le traverse (smontabili) sono realizzati in carbonio. Altra caratteristica originale sono le derive asimmetriche e i timoni installati sugli scafi laterali che ospitano anche due pozzetti complementari (oltre a quello principale posizionato sullo scafo centrale) dove sono rinviate le manovre. L’idea è quella di fare navigare il trimarano con lo scafo centrale parzialmente sollevato dall’acqua e con lo skipper sul pozzetto di sopravento da dove ha una migliore visuale di vele e mare: un approccio completamente rivoluzionario per l’epoca nella conduzione di questo tipo di imbarcazioni. Il piano velico, potente e ottimizzato per la navigazione in solitario, ha una grande randa e un fiocco olimpico autovirante che permette di ridurre le manovre dello skipper a prua (cambi di vele, regolazioni, riparazioni, etc.). Come da programma, la prima competizione oceanica a cui partecipa l’Elf Aquitaine III al comando di Jean Maurel è la Ostar del 1988, dove però non va oltre l’ottavo posto con il tempo di 14 giorni, 10 ore e 2 minuti (circa quattro giorni in più rispetto al vincitore Philippe Poupon sul trimarano Fleury-Michon). Nello stesso anno la barca viene migliorata, soprattutto rinforzando le traverse per favorire una maggiore spinta anche con mare formato. E i progressi si vedono: Maurel in coppia con il connazionale Jean Luc Nelias partecipa alla Quebec- Saint Malo, dal Canada alla Francia, e conclude la regata con un buon quarto posto. Nel 1989 arrivano le vittorie alla transatlantica Lorient-Saint Barthélemy-Lorient e alla Course de l’Europe, finché nell’anno successivo Maurel in coppia con Michel Desjoyeaux vince la Twostar (versione in equipaggio doppio della Ostar sullo stesso percorso Plymouth-Newport) migliorando di 6 giorni, 6 ore e 55 minuti il record della traversata stabilito nel 1986 da Loïc Caradec e Olivier Despaigne a bordo del catamarano Royale (24 m).