Tipo: Monoscafo
Cantiere: Prout, Gran Bretagna
Progettista: David Feltham e Rob Underwood
Un catamarano per navigazioni d’altura ricco di originali soluzioni per garantire affidabilità nel tempo e sicurezza in mare
Il cantiere inglese Prout è tra i più antichi costruttori di multiscafi. Fu fondato nel 1948 dai fratelli Roland e Francis Prout che realizzarono il primo “catamarano” unendo due canoe e armandole con un albero della classe Internazione 14. Dal dopoguerra Prout è stato leader mondiale del settore e in circa 50 anni di attività (dal 2000 la società è passata di mano più volte) ha realizzato oltre 2.000 multiscafi ed è stato il primo ad avviare, nel 1962, la produzione di serie di un modello in vetroresina: il Ranger. I catamarani Prout sono noti per la loro qualità costruttiva e la marinità. Non fa eccezione l’Escale 39. Varato nel 1993 è un progetto degli architetti David Feltham e Rob Underwood per la navigazione d’altura contraddistinto da scafi dalle sezioni molto fini a “U”, che si assottigliano verso poppa, dalla prua priva del consueto trampolino e dalla presenza della nacelle, un piccolo terzo scafo centrale (adottato dal cantiere su molti modelli) che non tocca l’acqua, salvo in situazioni di mare formato. Serve a stabilizzare il catamarano, attutendo l’impatto delle onde, in caso di cattivo tempo. L’Escale 39 è costruito in vetroresina monolitica nell’opera viva e in sandwich di balsa sopra la linea di galleggiamento. Rinforzi in tessuti multiassiali di kevlar sono disposti nelle zone più sollecitate, due traverse longitudinali irrigidiscono la struttura e compartimenti stagni a prua e poppa la rendono insommergibile. La stabilità è favorita da un’elevata larghezza (la metà della lunghezza) e due strette semichiglie sotto ciascuno scafo agevolano il mantenimento della rotta; sono fissate con un sistema che in caso di forti urti ne consente il distacco senza gravi danni per lo scafo. I timoni sono protetti dallo skeg. A vela l’Escale 39 è manovriero e veloce, la conformazione degli scafi consente angoli di virata in prua molto vicini a quelli di un monoscafo (tra i 95 e i 110 gradi). L’albero è collocato in posizione arretrata, adiacente la paratia del pozzetto e vicino alla seduta del timoniere; una scelta fatta per agevolare le manovre con drizze e borose, che infatti sono a portata di mano dell’equipaggio e consentono la conduzione in numero ridotto. Ha due crocette ed è armato in testa con una randa di dimensioni contenute, oltre che da un generoso genova e una trinchetta con rollafiocco, le vele di prua sono autoviranti. C’è anche una versione Sport, con randa maggiorata e interamente steccata. Il pozzetto è profondo e ben protetto ma di dimensioni non particolarmente grandi, anche per via di un vasto gavone posteriore. La tuga è bassa, a beneficio della linea estetica e della visibilità di chi governa, e interamente finestrata; a prua c’è molto spazio libero che si apprezza nelle manovre e nei momenti di relax. Quattordici osteriggi e due passi d’uomo rendono gli ambienti interni luminosi e ventilati. Da segnalare la possibilità di allestire, con una apposita cappottina, un sistema di raccolta dell’acqua piovana che alimenta un serbatoio di circa 600 litri. Il quadrato, a cui si accede tramite una breve discesa, è spazioso, dominato da un grande tavolo circondato da un divano a “U” e offre una visuale a 360 gradi; ai lati ci sono dei “corridoi” che ospitano, da una parte la zona cucina e dall’altra una grande postazione dedicata al carteggio e alla strumentazione. Il resto degli interni è proposto in diverse opzioni (Open, Family, Master, Stateromm, Charter) con tre, quattro, o due cabine doppie e relativi bagni. In tutte le versioni le finiture interne sono di qualità, con tappezzeria trapuntata, rivestimenti in legno e molti ripostigli e stipetti. L’Escale 39 può montare uno o due motori diesel.