Tipo: Multiscafo
Cantiere: Multiplast ,
Progettista: Gilles Ollier
Antesignano dell’odierna G-Class un maxi catamarano che ha segnato la storia dei record oceanici
A bordo di Royale II, lo skipper Loïc Caradec stabilì il record di traversata atlantica nel 1986. Loïc Caradec skipper di Royale II, tragicamente scomparso in mare nella Route du Rhum del 1986. nuta in mare. Le sezioni arrotondate di altri prototipi avevano dimostrato infatti di battere troppo sull’onda impedendo una buona andatura di bolina. Per Royale II, si optò quindi per sezioni ellittiche molto profonde, nella speranza che, diminuendo la superficie di galleggiamento, si riducesse anche la resistenza alle onde. Ma lo scopo principale di questa soluzione restava quello di ottenete un più agile passaggio nell’acqua, e non una riduzione teorica della resistenza. Rispetto ad altri catamarani Royale II era caratterizzato da un centro di carena leggermente avanzato. I volumi del primo terzo anteriore furono aumentati a scapito di quelli posteriori per ridurre il rischio di ingavonamento. A queste due prime scelte, si aggiunse quella di mantenere linee molto tese e basse, con la traversa anteriore al di sopra delle prue così da tenerla fuori dalle onde ed evitare le brusche frenate. Royale II fu costruito in soli 5 mesi, presso il cantiere Multiplast che ancora oggi fa capo a Gilles Ollier, architetto e costruttore di quasi tutti i grandi multiscafi della cosiddetta GClass, la classe dei giganti. Gli scafi furono realizzati in carbonio, kevlar e resina epossidica. Tutte le manovre erano rinviate in una navicella centrale posta sulla traversa posteriore e i pesi bene equilibrati, soprattutto dopo l’allungamento della parte posteriore degli scafi portati prima della Transat Jaques Vabre del 1986 da 22,60 a 24,60 metri. In più furono spostate le derive verso poppa di circa 1,50 metri. Per quanto riguarda le strutture di collegamento, Royale II era provvista di traverse marcatamente arcuate e molto rigide sul piano verticale. Quando fu ritrovata alla deriva in oceano Atlantico Royale II non presentava danni strutturali. L’albero era stato strappato via, ma scafi e traverse avevano retto il colpo della scuffia e delle durissime condizioni meteorologiche. Un gioiello di tecnoclogia che ancora oggi forse avrebbe potuto essere competitivo. Peccato che assieme al suo skipper sia andato perso in mare. (Materiali e disegni forniti da FAUSTO BONALDO)22,60/24,60