Il microstato italiano è stato incluso nella lista dei 28 paesi che forniscono vessilli ombra. Una pratica malvista che pone gli armatori nel mirino delle autorità
Con i termini Flag of convenience (Foc), bandiera di comodo o bandiera ombra, si indica il vessillo di una nazione issato da una nave di proprietà di cittadini o società di altre nazioni. In questo modo, a fronte del pagamento di più o meno onerose tariffe di registrazione, l'armatore dell'unità può spesso evitare il pagamento di tasse e ottenere abilitazioni più agili e meno vincolanti. Una pratica poco limpida che si insinua nei vuoti normativi internazionali e che continua a proliferare, con oltre il 50% della flotta mondiale registrata con questa modalità.
A decretare lo status di bandiere ombra è l'ITF, la Federazione internazionale dei lavoratori dei trasporti, che vigila sullo sfruttamento dei marittimi che proprio nel caso delle Foc sono spesso senza tutele, costretti a operare in condizioni antigeniche e pagati con salari da fame. Nel mondo sono 28 nazioni che adottano questa pratica tra cui le più prossime all'Italia sono Malta, Cipro e dallo scorso dicembre anche la repubblica San Marino.
La notizia è passata in sordina finché non abbiamo saputo che, data la situazione, noti enti di certificazione nazionali, hanno deciso di chiudere i loro uffici nel microstato ubicato all'interno del territorio italiano.
L'inclusione da parte dell'ITF di San Marino nella lista dei paesi che si prestano a fornire bandiere di comodo, è avvenuta dopo la constatazione che il locale registro navale aveva aperto ufficialmente le sue porte agli armatori internazionali nel 2021, arrivando nel tempo a contare 14 navi non riconducibili ad alcuna proprietà effettiva o registrata a San Marino.
"L'ITF – ha dichiarato Steve Trowsdale, coordinatore dell'ispettorato dell'ITF – ritiene che dovrebbe esserci un vero legame tra il reale proprietario di una nave e la bandiera battente a bordo di quest'ultima".
Troppo spesso, invece, non è così.
Quella delle bandiere di comodo è una pratica malvista che attira l'attenzione delle autorità e pone gli armatori, anche quelli delle unità da diporto, nel mirino delle autorità portuali e della Guardia di Finanza.