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Morto Cesare Sangermani
patron del cantiere velico


18-05-2018

Il titolare degli omonimi cantieri liguri è deceduto il 17 maggio, era malato da tempo. Faceva parte della terza generazione di una famiglia che ha accompagnato la storia del diporto in Italia.

Morto Cesare Sangermani
patron del cantiere velico

Ancora un lutto per la nautica italiana. Dopo la recente scomparsa di Willy Persico, fondatore del cantiere Southern Wind, se n'andato anche Cesare Sangermani Jr., titolare degli omonimi cantieri navali di Lavagna, terza generazione di una delle famiglie che hanno contribuito a far nascere il diporto nel nostro Paese accompagnandone lo sviluppo fino a ora. Il decesso è avvenuto giovedì 17 maggio, aveva 71 anni ed era malato da tempo. Era entrato nella azienda di famiglia nel 1966, quando i cantieri Sangermani erano già uno dei marchi velici internazionali più prestigiosi.

Una storia la loro, che inizia alla fine dell'800 a Mulinetti, vicino Recco, quando Ettore “Dorin” Sangermano (la “i” finale sarà frutto di un errore di trascrizione anagrafica) decide di costruire una barca a vela per i figli Cesare e Piero. È in quegli anni che la navigazione per diporto, sconosciuta in Italia, inizia a muovere i primi bordi e la costa ligure ne è il trampolino di lancio con sconosciuti maestri d'ascia destinati a diventare firme prestigiose. Nomi come Bava, Beltrami, Oneto, Costaguta, Baglietto, etc. I Sangermani si rivelano presto sia bravi velisti che abili costruttori. Vincono premi alle esposizioni, si impongono nelle regate e fioccano le commissioni. Tanto che nel 1934 si devono trasferire a Rapallo in una struttura più grande dalla quale usciranno decine di splendide barche. Quindi un altro trasferimento, a Riva Trigoso, e poi ancora, nel dopoguerra, quello a Lavagna, che diventerà la sede definitiva. Ed è da qui che il cantiere assume una dimensione internazionale realizzando progetti dei più famosi architetti: Laurent Giles, Sparkman & Stephens , Angus Primrose, Illingworth, German Frers, Carlo Sciarrelli e tanti altri.

Innumerevoli le loro barche che hanno lasciato il segno nella cantieristica velica, dal Nibbio II (5,50 m), a Chiar di Luna (10 m), e poi Artica II (12,90 m), Mania (10,60 m), protagonista di una strepitosa vittoria alla Giraglia, Stella Polare (21,46 m), il Guia 2000 e il Rolly Go di Giorgio Falck e così via. Sotto la guida di “Cesarino” Sangermani (chiamato così per distinguerlo dal padre Cesare) dal 1978 il cantiere pur rimanendo fedele a una tradizione artigianale che aveva nel legno il materiale d'elezione, si era aperto a costruzioni con compositi, alluminio, carbonio, kevlar acquisendo anche qui competenze all'avanguardia e restando sempre fedele al motto dell'azienda: “Se la potete sognare... noi la possiamo costruire!”. Lascia la moglie e due figli.

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