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The Artemis Transat
Open 60 verso il traguardo


23-05-2008

La flotta della Classe Imoca è a circa 150 miglia dal porto d'arrivo a Boston (Usa). In testa c'è Loick Peyron inseguito a poche miglia da Armel Le Cleac'h. Aumenta intanto il vantaggio di Giovanni Soldini che conduce il gruppo delle imbarcazioni Class 40

The Artemis Transat 
Open 60 verso il traguardo
I leader della flotta della Classe Imoca sono in vista dell'arrivo dell'"Artemis Transat", la regata transatlantica partita da Plymouth (Inghilterra) l'11 maggio. A Loick Peyron che conduce il gruppo su "Gitana Eighty" mancano infatti ormai meno di 150 miglia per approdare al traguardo di Boston (Usa). Lo segue a circa 20 miglia di distanza Armel Le Cleac'h su "Brit Air" e proprio questo ultimo tratto della regata potrebbe risultare, come spesso accade in questa competizione, il più duro e dare luogo a una sorta di match race tra i due concorrenti. Infatti le brezze irregolari che soffiano lungo la costa statunitense rendono molto complicato valutare la rotta migliore e potrebbero favorire ora l'uno ora l'altro skipper. In ogni caso a favore di Loick Peyron c'è anche il bonus di 2 ore e mezzo che la giuria gli ha accordato per avere soccorso lo skipper Vincent Riou vittima di un naufragio. Intanto si allunga il vantaggio di Giovanni Soldini sul gruppo dei Class 40, l'altra flotta in gara in questa regata .Giovanni, che guida su "Telecom Italia" la testa della flotta fin dall'uscita del canale della Manica, si è portato infatti a circa 90 miglia sui suoi due diretti iseguitori, il tedesco Boris Herrman su "Beluga Racer" e Thierry Bouchard a bordo di "Mistral Loisirs - Pole Santé". Un vantaggio dovuto a una azzeccata scelta tattica che gli ha permesso di approfittare per primo del rinforzo di 15 nodi di vento proveniente da una depressione da Sud Ovest, proprio in prossimità del cancello virtuale (gate) che il comitato di regata ha posto a 40° N e tra i 47° e i 50° W, per fare evitare agli skipper le zone più affollate di iceberg e che il navigatore ha lasciato a dritta alle ore 20,10 di giovedì 22 maggio. «Questo gate obbligato - ha commentato Soldini al telefono satellitare - nato per ragioni di sicurezza, può rivelarsi invece molto pericoloso. Doverlo per forza attraversare con vento in faccia a 30 magari 35 nodi, non è un'impresa da poco. Il gate è stato posizionato troppo a Sud, ha obbligato noi skipper a una rotta forzata che è in contraposizione con lo spirito della Ostar. Sarebbe stato molto meglio non mettere nessun gate e lasciare la partenza della regata a metà giugno, com'era sempre stata». A Soldini attualmente mancano circa 900 miglia al traguardo. I punti di arrivo delle due categorie di barche partecipanti alla regata sono Boston per gli Open 60 e Marblehead, 18 miglia più a Nord, per i Class 40. Per tutti i concorrenti si tratta di un percorso di circa 2.800 miglia, da effettuare a una latitudine Nord al di sopra dei 40 gradi, contro venti e correnti dominanti e in cui non è raro incontrare banchi di iceberg e lastre di ghiaccio (i cosidetti "growler"). La "Transat" nasce con il nome di "Ostar" nel 1960 da un'idea del colonnello inglese H. G. Hasler. Tra i promotori di quella prima edizione, oltre al quotidiano "The Observer", c'era anche il celebre navigatore Sir Francis Chichester, che trionfò a bordo del suo 12 metri "Gipsy Moth III". Negli anni la regata è diventata sempre più competitiva, cambiando spesso nome, regole e comitato organizzatore. Dal 2004 questa competizione è gestita dalla Offshore Challenge Events della velista inglese Ellen MacArthur, vincitrice a soli 23 anni dell'edizione del 2000 tra gli Open 60.

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