Alle ore 7,30 del 1° marzo due forti scricchiolii hanno messo in allarme l'equipaggio dell'Imoca 60 Guyot Environnement mentre navigava a pieno regime a una velocità di 20-25 nodi. Secondo le indagini condotte a bordo si tratterebbe di un danno grave, riconducibile a un cedimento del sandwich dello scafo nella sua parte centrale, fortunatamente al di sopra della linea di galleggiamento.

L'equipaggio al comando di Benjamin Dutreux è stato dunque costretto a fare dietrofront per riparare a Città del Capo da dove la terza tappa del giro del mondo The Ocean Race era partita venerdì 24 febbraio. La barca procede dunque in modalità conservativa, a velocità ridotta. Dovrebbe rientrare alla base entro 48 ore.

Sarà il team tecnico di terra a valutare l'effettiva entità dell'avaria e a stabilire se l'avventura per Guyot Environnement finisce qui o se, effettuate le riparazioni, potrà continuare la gara. Un vero peccato per Team Europe che, ultimo in classifica generale, si trovava una volta tanto a competere nel gruppo di testa della flotta.

 

E disavventure si registrano anche a bordo di Team Malizia che nella notte del 1° marzo ha perso in mare una delle otto vele in dotazione (vedi video) e il giorno successivo ha riscontrato una crepa lunga circa 30 cm in testa d'albero. Un danno che la squadra di bordo ha provveduto a riparare effettuando laminazioni a mano a 28 metri d'altezza. Due incidenti che peseranno sulla performance dell'equipaggio tedesco. 

 

Al comando in questa lunga cavalcata di 12.750 miglia che ha come traguardo Itajaì, in Brasile, resiste l'indomabile Team Holcim Prb, già vincitore delle prime due tappe. Seguono, a circa 90 miglia di distanza, gli statunitensi di 11th Hour Racing Team, i tedeschi di Team Malizia e i francesi di Biotherm Sailing Team.