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Alla Sydney-Hobart
disalberamenti e abbandoni


28-12-2006

Otto barche fuori gara all'edizione 2006 della dura regata dall'Australia alla Tasmania. Primo al traguardo il maxi neozelandese Wild Oats XI. Ottima prova per gli italiani di Dsk Comifin che procedono in XII posizione.

Alla Sydney-Hobart
disalberamenti e abbandoni
La Sydney Hobart è una manifestazione velica che si svolge ogni anno con partenza il 26 dicembre da Sydney, Australia, a Hobart in Tasmania. È considerata a buon diritto una delle più dure prove d'altura del panorama internazionale. Non a caso è una delle poche regate capace di richiamare l'attenzione dei grandi media che ogni anno, il giorno di Santo Stefano possono contare sulla giusta dose di eventi drammatici con cui tingere di sensazionalismo le noiose cronache natalizie. Naufragi, tempeste, affondamenti, soccorsi, sono in effetti incidenti che si verificano con una certa frequenza in questa gara che si snoda lungo un percorso complessivo di 628 miglia a latitudini comprese tra i 30 e i 40 gradi di Latitudine Sud. Non sono mancati i morti come nell'edizione del 1999 in cui a perire in mare furono sei persone e i ritiri in massa, come nell'edizione del 2004 quando la metà dei 116 equipaggi partiti da Sydney non giunse al traguardo. E anche quest'anno, benché non così gravi, non sono mancati gli incidenti. Per questa sessantunesima edizione erano 78 gli scafi schierati sulla linea di partenza, in prevalenza australiani e divisi nelle classi Irc, Phs, Sydney 38 One Design e Crociera. Tra questi anche lo Swan 45 italiano "Dsk Comifin" di Danilo Salsi con a bordo anche Pietro D'Alì e Andrea Caracci. I problemi sono cominciati a metà strada, nella notte tra il 26 e il 27 dicembre, quando il grosso della flotta è stato investito dal maltempo in prossimità dello Stretto di Bass, che ha causato due disalberamenti e il ritiro complessivo di otto imbarcazioni. La prima ad abbandonare è stata la barca olandese "Abn Amro One" nota per avere vinto la Volvo Ocean Race del 2005-2006. Mike Sanderson skipper dell'imbarcazione, annunciava alle ore 03,08 Utc di avere disalberato con 30 nodi di vento. Troncate le sartie e lasciato alla deriva il troncone d'albero, l'equipaggio incolume è tornato a Sydney a motore. Qualche minuto dopo è stata la volta del maxi neozelandese "Maximus". Anche qui è stato l'albero a cadere, questa volta però in pozzetto. Bilancio: cinque membri dell'equipaggio recuperati da un elicottero e costretti al ricovero ospedaliero. Fortunatamente nessun ferito grave. Poche ore dopo è toccato quindi all'australiana "Ray White Koomooloo" che ha cominciato a imbarcare acqua fino ad affondare. L'equipaggio si è tratto in salvo sulle zattere di salvataggio ed è stato recuperato dall'imbarcazione inglese "Adventure". Tutti australiani gli altri ritirati che hanno fatto dietro front per motivazioni fortunatamente meno gravi: "Endorfin" e "Chutzpah" entrambi per problemi al timone, "Living Doll" per malfunzionamenti alla radio e "Mr Kite" per problemi all'armo velico. Malgrado tutto anche quest'anno c'è stato un vincitore. Si tratta della barca neozelandese "Wild Oats XI", maxi di 98 piedi (circa 30 metri) di Bob Oatley che ha tagliato il traguardo al primo posto il 28 dicembre. Seguono (al momento di redigere queste note ancora in navigazione) in seconda e terza posizione "Ichi" Ban, il Jones 70 (21,50 metri) di Matt Allen e il maxi "Skandia", il trenta metri al comando di Grant Wharington vincitore in tempo reale nell'edizione del 2003 della regata. Ottima prestazione per gli italiani di "Dsk Comifin" attualmente dodicesimi nella classifica generale e secondi in classe Irc. A seguire un'analisi delle condizioni meteorologiche incontrate dai concorrenti redatta dal meteorologo Gian Carlo Ruggeri: Le cattive condizioni meteorologiche sono giunte pressoché inaspettate, molto intense e da direttrici climaticamente inusitate. In effetti, l'area geografica compresa fra la parte sud orientale dell'Australia e la Nuova Zelanda, è stata interessata per più giorni da un'ampia cellula anticiclonica, centrata a Sud dell'Australia (max. valore 1033 hPa) e da una profonda area depressionaria (min. 998 hPa) posizionatasi a Sud Est della Tasmania, sul bordo sud orientale del vasto anticiclone. Le due posizioni così ravvicinate dei due centri d'azione, conservatesi per più giorni, dato lo scarso movimento verso Levante della bassa pressione, hanno generato un'area di contrasto molto intensa nella zona di regata. La carta in superficie mostrata in figura, relativa alle 12:00 Utc del 25 dicembre 2006, mostra, infatti, nella zona interessata, un intenso flusso da Sud Ovest con venti fino a 32 - 33 nodi, certamente più intensi all'altezza degli alberi delle imbarcazioni e a regime di raffica, dato il carattere turbolento della configurazione barica. Una prima analisi della climatologia locale, fornita dalla rosa dei venti statistica (annuale), mostra una prevalenza dei venti, in direzione ed intensità, da Nord Ovest e Nord, mentre, questa volta è stata privilegiata la direzione sud occidentale. Probabilmente, l'accaduto fa parte di un disequilibrio energetico che in questo periodo sta caratterizzando sia l'emisfero boreale che quello australe del nostro Pianeta (ad es., autunno - inverno molto miti in Europa - Mediterraneo ed intensi fenomeni freddi nel continente nord americano).

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