Cresce il numero dei contenitori di acciaio dispersi. Nei primi tre mesi dell'anno sono stati già un terzo di quelli del 2020. Tra le cause maxi carichi e tempeste sempre più frequenti.
Il rischio maggiore per le imbarcazioni impegnate in lunghe navigazioni d'altura è ormai quello di urtare un oggetto alla deriva. E nella enorme discarica che sono diventati gli oceani, i container che cadono dalle navi la fanno da padroni.
Secondo l'ultimo rapporto stilato dal World Ship Council, nel 2020 sarebbero stati oltre 3.000 quelli dispersi in mare e solo nei primi tre mesi del 2021 sarebbe già stata superata la quota 1.000. Una situazione che peggiora di anno in anno dovuta all'aumento delle spedizioni via mare (ogni anno sono circa 226 milioni i container trasportati), a mercantili sempre più zeppi di questi enormi contenitori metallici che vengono impilati uno sopra l'altro arrivando spesso a pregiudicare la stabilità dello scafo, ma anche ai cambiamenti climatici e all'esacerbarsi delle depressioni meteorologiche con tempeste sempre più frequenti e potenti. Come quella che lo scorso novembre ha causato la caduta in mare di circa 1.800 container dal cargo giapponese One Apus, mentre navigava a circa 1.600 miglia a Nord Est dalle isole Hawaii. Una delle maggiori perdite del trasporto marittimo.