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Attacchi di orche
informazioni cercasi


25-05-2023

Cruising Association lancia l'appello a condividere le esperienze di interazione con questi grandi mammiferi al fine di tradurli in istruzioni pratiche per i diportisti

Attacchi di orche
informazioni cercasi
In seguito all'ennesimo attacco da parte di orche ai danni di Champagne, Sun Odyssey 519 svizzero affondato lo scorso 4 maggio al largo di Gibilterra, l'inglese Cruising Association ha lanciato l'appello tra i diportisti a condividere sul portale https://www.theca.org.uk/orcas esperienze dettagliate di interazioni con questi grandi mammiferi. 
 
Dal 2020 – spiegano tra le pagine web di Cruising Association – un nuovo modello di comportamento ha portato circa 15 esemplari di una popolazione di circa 50 orche a urtare gli scafi di piccoli yacht in navigazione lungo le coste atlantiche di Marocco, Spagna e Portogallo e a danneggiarne i timoni. Tale condotta si è progressivamente estesa ad altri giovani e adulti.
 
I dati raccolti nel 2022 da Cruising Association in accordo coi ricercatori del Grupo Trabajo Orca Atlantica, mostrano che circa il 73% degli yacht che hanno segnalato un'interazione sono stati danneggiati e che circa il 25% ha dovuto essere rimorchiato in porto. Tre gli scafi affondati solo nell'ultimo anno.
 
Disponibile in 4 lingue (inglese, spagnolo, portoghese e francese) il servizio di Cruising Association intende ampliare i dati a disposizione così da ottenere elementi comparativi che possano essere tradotti in istruzioni pratiche per chi naviga e utili strumenti di analisi per gli scienziati spagnoli e portoghesi coinvolti nel progetto.
 
Tra le informazioni richieste lo stato del mare e l'intensità del vento, la velocità della barca, se la navigazione era diurna o notturna, la copertura nuvolosa, la distanza dalla terraferma, la profondità del mare, il colore dello scafo, il tipo di antivegetativa e di timone, impiego o meno dell'autopilota e dell'ecoscandaglio, se al momento dell'interazione l'equipaggio era intento in attività di pesca, quindi il dettaglio sul numero di orche (se adulti o giovani) avvistate.
 
Sulla scorta di queste informazioni Cruising Association ha stilato un primo abbozzo di Protocollo di sicurezza e un elenco di possibili, ma non comprovati, mezzi di dissuasione.
 
Al momento la casistica sembra per esempio rilevare che solo un attacco su 100 si è verificato in acque meno profonde di 20 metri e a oltre 2 miglia dalla costa. Restare in questo margine di sicurezza potrebbe dunque abbattere fortemente la probabilità di attacchi. È stato anche ipotizzato che l'antivegetativa di colore nero possa attrarre maggiormente questi cetacei mentre antifouling contenente rame, sembrerebbe dissuaderli.
Ad accendere la curiosità delle orche potrebbero poi essere i rumori emessi dall'autopilota e dagli ecoscandagli che dunque andrebbero spenti a latitudini dove incontri spiacevoli non sono più un evento eccezionale.
 
Per quanto attiene i comportamenti dissuasivi sembrerebbe che la retromarcia lineare o circolare funzioni in circa il 60% dei casi ed è anche noto che alcuni pescatori si difendano dagli attacchi dei grandi mammiferi marini gettando lungo la scia della sabbia che ne offuschi temporaneamente il campo visivo. È ancora in dubbio se fare rumore a bordo battendo pentole e padelle sullo scafo o facendo sventare il genoa sia un valido deterrente, mentre sembrerebbero efficaci, ma illegali, dissuasori austici come petardi.
 
Segnalate anche le pagine Facebook dedicate agli attacchi tra cui il più attivo è Orca Attack Reports e le app per smatphone GT Orcas e Orcinus con mappe attive e informazioni i più recenti avvistamenti
 

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