Conferenza Nazionale sul Clima
Resoconto e impressioni
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La prima conferenza nazionale sul clima in svolgimento a Roma nella sede della Fao mette in luce la gravità del problema climatico e analizza le eventuali soluzioni attuabili.
La Conferenza Nazionale sul Clima, apertasi il 12 settembre a Roma nella sede della Fao, mostra che l'attenzione del mondo politico si è finalmente rivolta al problema, più volte segnalato dai tecnici, delle conseguenze correlate ai cambiamenti climatici, in gran parte di origine antropica (causata dal'uomo). Molti di tali effetti sono già in atto, indicando il fatto che in molti casi non si può tornare indietro, ma solo attuando politiche di "adattamento", ovvero di adeguamento alle mutate circostanze e di "mitigazione", ovvero di non peggioramento dell'attuale situazione. Queste conclusioni erano già state messe in evidenza dal "Rapporto Stern", elaborato e presentato in Inghilterra nel settembre 2006 e continuamente aggiornato dalle competenti Autorità inglesi.
Un altro segnale importante della crescente consapevolezza dei guasti prodotti all'ambiente è l'esame in atto presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, delle problematiche ambientali espresse dalle Regioni italiane. Lascia piuttosto perplessi, l'allarme relativo al fatto che l'Italia si stia riscaldando più del resto del mondo. Il fatto è che, già da alcuni anni, si stanno verificando in alcune fasce del Pianeta i cambiamenti previsti dai Modelli a Circolazione Globale (Global Circulation Models - GCM). Essi, infatti, prevedevano, quale scenario molto probabile, un aumento delle precipitazioni nella fascia delle medie - alte latitudini (qualche giorno fa, alcune stazioni meteorologiche dell'Austria, hanno registrato, in 48 ore continue di precipitazioni, 250 mm, rispetto ad una media del mese di settembre di 65 mm circa), una diminuzione delle precipitazioni a latitudini medio - basse (come sta in effetti avvenendo) ed un aumento delle temperature medie alle fasce latitudinali medio alte (inverni più miti, come quello recente del 2006), nonché un aumento medio del livello del mare di circa 40/50 cm entro il 2050.
Gian Carlo Ruggeri
(Meteorologo)
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