Con un nuovo comunicato lo sfidante svizzero prende le difese di Athena Racing e American Magic, ma apre uno spiraglio per tornare in campo a Napoli
Anche Alinghi si unisce al coro di Athena Racing e American Magic che il 22 maggio avevano diffuso due comunicati criticando l'approccio autocratico e la mancanza di trasparenza nel processo decisionale da parte di Emirates Team New Zealand nell'organizzazione della 38ª Coppa America. A onor del vero il team svizzero-italiano era stato il primo a contestare la gestione unilaterale dei "kiwi" tanto da annunciare già lo scorso 18 aprile il proprio ritiro dalla competizione. Ora però la squadra che fa capo a Ernesto Bertarelli sembra fare un passo indietro con una nuova dichiarazione in cui sì, rincara la dose contro il Defender, ma apre anche lo spiraglio a un possibile ritorno in campo.
Alinghi contesta la scelta di Napoli come sede ospitante 2027 effettuata senza consultare il Challenger of Record Athena Racing e la sottoscrizione di accordi commerciali legati all'organizzazione dell'evento con la vendita di diritti che il Defender non possiede. Non solo, sottolinea la violazione da parte di Coutts & co dei doveri annessi al ruolo di "fiduciario" della Coppa America.
Di contro però si dichiara disponibile a valutare una partecipazione nel 2027 "specialmente in una sede straordinaria come Napoli" se verrà concordato un protocollo condiviso tra Defender e Challenger of record che garantisca equità sportiva e sostenibilità commerciale.
Non si è fatta attendere la risposta di Emirates Team New Zealand che stringatamente ha sottolineato che il Defender ha il diritto e la responsabilità di scegliere la sede. Lo sancisce il Deed of Gift e lo conferma il Memorandum d'Intesa firmato con il Challenger of Record al termine della 37ª America's Cup. Detto ciò i "kiwi" si sono dichiarati ben intenzionati a lavorare con gli altri team per creare una partnership per le future America's Cup.
A seguire il testo integrale della dichiarazione di Alinghi:
Quando, nello scorso mese aprile, Alinghi Red Bull Racing ha annunciato il suo ritiro dalle selezioni per la 38ª America's Cup, lo ha fatto in virtù di fondati timori emersi sulla gestione e sulla governance della Coppa da parte del Defender Team New Zealand.
Pur accogliendo con entusiasmo la scelta di Napoli come perfetta sede ospitante dell’America’s Cup 2027, i timori si sono ulteriormente aggravati ieri, quando Team New Zealand ha celebrato l’annuncio della città ospitante nel corso di un evento in città.
Team New Zealand non ha alcun diritto di farlo senza aver prima concordato un Protocollo con il Challenger of Record Athena Racing, che non è stato consultato in merito alla scelta della sede ospitante, un elemento che ha un impatto critico su tutti i team sfidanti in termini di costi e di logistica.
Firmando un accordo commerciale con la città ospitante che include le regate delle Challenger Series per la Louis Vuitton Cup, Team New Zealand ha venduto qualcosa su cui non detiene i diritti. Questo non è accettabile.
Inoltre, la mancanza di trasparenza sui termini dell’accordo relativo alla sede raggiunto da Team New Zealand solleva una domanda fondamentale: come può essere approvata una sede senza che né la città ospitante né nessuno dei team sfidanti sappiano quale sarà il format della regata?
Questa è solo l’ultima dimostrazione del fallimento del Defender nel rispettare i propri doveri fiduciari in qualità di Trustee dell’America’s Cup.
Le crescenti preoccupazioni sulla governance dell’America’s Cup sono la ragione per cui la Société Nautique de Genève ha ora scritto al Royal New Zealand Yacht Squadron, sollevando interrogativi sulla gestione dell’evento da parte di Team New Zealand e chiedendo chiarimenti sui doveri e le responsabilità del RNZYS in quanto Trustee.
Alinghi, in qualità di vincitore di due edizioni dell’America’s Cup e di ex Trustee, avverte sempre una responsabilità verso l’America’s Cup e crede fermamente che chi organizza e gestisce l’evento debba sempre agire nell’interesse collettivo dell’evento stesso.
Come Athena Racing e American Magic, crediamo che il successo dell’America’s Cup dipenda dalla trasparenza, dalla fiducia e da una visione condivisa tra tutti i partecipanti. Restiamo fiduciosi sul fatto che sia possibile concordare un Protocollo condiviso tra il Defender e il Challenger of che stabilisca uno scenario sportivo equo per l’organizzazione delle regate e un evento che sia commercialmente sostenibile per tutti i team coinvolti nell’America’s Cup.
Se questo obiettivo sarà raggiunto, allora Alinghi sarà pronto a valutare le modalità con cui far parte di questo futuro, specialmente in una sede straordinaria come Napoli, nel 2027, in un contesto davvero all’altezza della più prestigiosa competizione velica al mondo.
TASA, 1007 Lausanne, Switzerland