Un documento redatto dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome invoca nuove norme per equiparare i servizi destinati al diporto nautico a quelli del settore turistico
Valorizzare l'aspetto turistico della nautica da diporto. Con questo obiettivo la Conferenza delle regioni e delle province autonome ha redatto lo scorso 16 marzo un documento nel quale si evidenzia la necessità di azioni di sostegno per il diporto nautico con facilitazioni fiscali, amministrative e promozionali equiparate a quelle destinate ai servizi turistici sulla terraferma.
Il presupposto è il potenziale indotto economico generato dall'andar per mare in un paese come il nostro caratterizzato da 8.000 chilometri di coste, 285 porti e approdi turistici, oltre 162 mila posti barca nonché da un patrimonio artistico, culturale ed eno-gastronomico di inestimabile valore.
Il documento della Conferenza delle Regioni fa leva sulla recente risoluzione del Parlamento Europeo (
Relazione sulla definizione di una strategia dell’UE per il Turismo sostenibile) che invita la Commissione Europea a orientare finanziamenti di sostegno per i porti commerciali e turistici, e a porre in essere iniziative per incentivare il turismo nautico e costiero promuovendo rotte e itinerari ad hoc.
A beneficiare di supporto dovrebbero essere gli approdi turistici, i Marina Resort e le società di locazione e noleggio di imbarcazioni che dovrebbero essere inquadrate come fornitori di servizi turistici. A ciò si aggiunge la richiesta di specifiche direttive (no Bolkestein) in favore delle concessioni gestite da associazioni sportive e senza scopo di lucro.
Il documento presentato dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome pone l'accento su diverse criticità condivisibili. Spiace tuttavia constatare che non sono state richieste azioni dirette in favore dei diportisti privati a partire da una deregulation in materia di certificati, revisioni e dotazioni di sicurezza. Assente anche il tema dei posti destinati al transito oggi ancora soggetti a una normativa penalizzante su tutto il territorio nazionale, così come quello degli scivoli gratuiti per l'accesso al mare di piccole imbarcazioni.