blu
Il portale pratico del mare giovedì, 02 maggio 2024

L'ambiente entra
nel regolamento d'altura


10-01-2024

Varate le Offshore Special Regulation 2024-2025 con alcune timide raccomandazioni per la sostenibilità

L'ambiente entra
nel regolamento d'altura
In base alla Sustainability Agenda 2030 sottoscritta nel 2022, la Federazione mondiale della vela ha voluto individuare ambiti per incrementare i margini di sostenibilità di questa disciplina a partire dalle Offshore Special Regulation 2024-2025 (il link al Pdf è allegato a fondo notizia), la cui ultima edizione è stata pubblicata il 20 dicembre ed è entrata in vigore dal 1° gennaio 2024.
 
Nel documento che regola le regate d'altura internazionali, è comparsa infatti la nuova "appendice M" che raccomanda (ma non obbliga) a tutti gli organizzatori di includere negli Avvisi di regata un capitolo sulla Sostenibilità che vincolerà le imbarcazioni costruite dopo il 2026 a ricavare almeno il 20% dell'energia utilizzata a bordo durante le regate, da fonti rinnovabili altre rispetto alla spinta propulsiva generata dal vento. Perché ciò riguardi unità varate dopo il 2026, quando il documento in oggetto è per altro considerato valido fino al 2025 non è dato saperlo. Tanto più che nell'Offshore Racing Environmental Code, il codice ambientale emanato della stessa World Sailing e pubblicato a pagina 3 delle Offshore Special Regulation 2024-2025, il medesimo target risulta negli intenti anticipato al 2022. Che si tratti di un refuso? Abbiamo chiesto spiegazioni e attendiamo risposta. 
 
Nella stessa "appendice M" si incentiva poi l'impiego della forza manuale in luogo di quella elettrica per le regolazioni del sartiame fisso, mobile e dell'albero con una deroga per le appendici mobili dello scafo (per esempio derive, bompressi, foil) e si proibisce l'uso di dispositivi elettronici energivori quali telecamere, lidar, sonar, o radar con finalità di analisi meteorologica.
 
In linea generale restano poi valide le linee guida in base alle quali World Sailing si impegna a promuovere la cura dell'ambiente nelle regate d'altura raccomandando per esempio l'impiego di serbatoi per raccolta delle acque nere e grigie, di tappetini assorbenti olio da posizionare in sentina e poi smaltire a terra e di prodotti per la pulizia eco-compatibili. 
Si invitano quindi i naviganti a non usare i bagni di bordo quando si sosta in porto e a non impiegare i motori a 2 tempi (a meno che non siano modelli avanzati con controllo dell'inquinamento).
E i rifiuti? In navigazione vanno conservati a bordo, quindi riciclati o smaltiti solo una volta rientrati a terra. Ciò ad eccezione delle lunghe traversate, quando i prodotti biodegradabili possono invece essere gettati in mare.
 
WorldSailing dichiara poi di osservare rigorosamente le linee guida dell'Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) sulle antivegetative biologiche, a promuovere l'attenzione ambientale, a sostenere sedi per i Giochi Olimpici o altri eventi internazionali che abbiano sviluppato effettivi piani di sostenibilità e a ridurre le emissioni di carbonio derivate dallo spostamento del proprio staff.
 
Finora, dunque, niente di rivoluzionario. D'altro canto la vela è di per sé una disciplina a impatto quasi zero. Ma proprio dove la tutela appare un obiettivo scontato sarebbe opportuna massima chiarezza e forse un pochino di intraprendenza in più per fare dell'andare per mare, anche in regata, un modello esemplare del rapporto uomo-ambiente. 
 
 

© Riproduzione riservata

Allegati: