Varate le Offshore Special Regulation 2024-2025 con alcune timide raccomandazioni per la sostenibilità
In base alla
Sustainability Agenda 2030 sottoscritta nel 2022,
la Federazione mondiale della vela ha voluto individuare ambiti per incrementare i margini di sostenibilità di questa disciplina a partire dalle Offshore Special Regulation 2024-2025 (il link al Pdf è allegato a fondo notizia)
, la cui ultima edizione è stata pubblicata il 20 dicembre ed è entrata in vigore dal 1° gennaio 2024.
Nel documento che regola le regate d'altura internazionali, è comparsa infatti la nuova "appendice M" che raccomanda (ma non obbliga) a tutti gli organizzatori di includere negli Avvisi di regata un capitolo sulla Sostenibilità che vincolerà le imbarcazioni costruite dopo il 2026 a ricavare almeno il 20% dell'energia utilizzata a bordo durante le regate, da fonti rinnovabili altre rispetto alla spinta propulsiva generata dal vento. Perché ciò riguardi unità varate dopo il 2026, quando il documento in oggetto è per altro considerato valido fino al 2025 non è dato saperlo. Tanto più che nell'Offshore Racing Environmental Code, il codice ambientale emanato della stessa World Sailing e pubblicato a pagina 3 delle Offshore Special Regulation 2024-2025, il medesimo target risulta negli intenti anticipato al 2022. Che si tratti di un refuso? Abbiamo chiesto spiegazioni e attendiamo risposta.
Nella stessa "appendice M" si incentiva poi l'impiego della forza manuale in luogo di quella elettrica per le regolazioni del sartiame fisso, mobile e dell'albero con una deroga per le appendici mobili dello scafo (per esempio derive, bompressi, foil) e si proibisce l'uso di dispositivi elettronici energivori quali telecamere, lidar, sonar, o radar con finalità di analisi meteorologica.
In linea generale restano poi valide le linee guida in base alle quali World Sailing si impegna a promuovere la cura dell'ambiente nelle regate d'altura raccomandando per esempio l'impiego di serbatoi per raccolta delle acque nere e grigie, di tappetini assorbenti olio da posizionare in sentina e poi smaltire a terra e di prodotti per la pulizia eco-compatibili.
Si invitano quindi i naviganti a non usare i bagni di bordo quando si sosta in porto e a non impiegare i motori a 2 tempi (a meno che non siano modelli avanzati con controllo dell'inquinamento).
E i rifiuti? In navigazione vanno conservati a bordo, quindi riciclati o smaltiti solo una volta rientrati a terra. Ciò ad eccezione delle lunghe traversate, quando i prodotti biodegradabili possono invece essere gettati in mare.
WorldSailing dichiara poi di osservare rigorosamente le linee guida dell'Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) sulle antivegetative biologiche, a promuovere l'attenzione ambientale, a sostenere sedi per i Giochi Olimpici o altri eventi internazionali che abbiano sviluppato effettivi piani di sostenibilità e a ridurre le emissioni di carbonio derivate dallo spostamento del proprio staff.
Finora, dunque, niente di rivoluzionario. D'altro canto la vela è di per sé una disciplina a impatto quasi zero. Ma proprio dove la tutela appare un obiettivo scontato sarebbe opportuna massima chiarezza e forse un pochino di intraprendenza in più per fare dell'andare per mare, anche in regata, un modello esemplare del rapporto uomo-ambiente.