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Lipari: barca affondata
da un aliscafo


06-06-2023

Tragedia sfiorata il 5 giugno al largo di Punta della Castagna. Ribadiamo alcune regole (scritte e non) per navigare in sicurezza

Lipari: barca affondata
da un aliscafo
L'andar per mare è una delle attività più sicure del mondo. Sempre che vengano rispettate alcune basilari regole e che si dia fondo a una buona dose di buonsenso. 
Lo sa bene la famiglia italiana che il 5 giugno alle ore 15.30, navigando a vela col proprio natante in prossimità di Lipari è stata colpita e affondata da un aliscafo di linea della Liberty Lines che fa da spola tra le isole eoliane.
L’impatto, avvenuto in prossimità di Punta della Castagna, ha ridotto l'imbarcazione in brandelli facendola colare a picco in pochi minuti. Salvo solo per miracolo l'equipaggio, composto da una giovane coppia e la loro bambina di appena un anno, che hanno potuto contare sul repentino intervento dei marittimi della nave passeggeri.
Sul luogo dell'incidente anche la Guardia Costiera intervenuta con i propri mezzi per fornire assistenza.
 
Senza entrare nel merito della vicenda che è ora oggetto di indagine da parte delle autorità competenti e che secondo le prime ricostruzioni sarebbe riconducibile a un guasto tecnico che avrebbe impedito all'aliscafo di evitare la collisione, cogliamo l'occasione per ribadire alcune regole per scongiurare, come in questo caso, gli scenari più nefasti.
 
È vero che una barca che naviga a vela ha sempre la precedenza rispetto a una a motore. A meno che non abbia una rotta raggiungente da poppa con inclinazione superiore ai 22,5 gradi, o nel caso incroci una nave che non governa, impegnata in attività di pesca o vincolata dal suo pescaggio.
 
Ma, oltre a eventuali ordinanze locali della Capitaneria di Porto, sussistono delle eccezioni normative di cui è bene essere edotti.
La Regola 9 al punto b del Regolamento internazionale per prevenire gli abbordi in mare, stabilisce infatti che le barche a vela "non devono ostacolare il passaggio di una nave che può navigare con sicurezza solo in canali o passaggi stretti" e la Regola 10 al punto j che questa non "deve intralciare il passaggio di una nave a propulsione meccanica che segue una corsia di traffico". 
 
Ricordiamo inoltre che il comandante è il responsabile della sicurezza dell'equipaggio, che è tenuto a una vedetta costante e che manovrare per evitare eventuali rotte di collisione dovrebbe essere considerato primario a prescindere dal diritto di precedenza. Insomma, meglio cedere il passo che rischiare la pelle (o anche solo la barca).
 
A Punta della Castagna, luogo dell'incidente del 5 giugno, gli aliscafi passano ad appena 640 metri dalla scogliera. Una distanza che, coerentemente con le normative vigenti, consente a questi e altri mezzi di navigare ben oltre il limite degli 8 nodi (obbligatorio invece entro i 500 metri dalle coste rocciose e alte sul mare). 
Andar per mare, insomma, presume un altissimo livello di attenzione. Le leggi servono come deterrente ed eventualmente in aula di tribunale, ma non bastano a salvarci la vita. Basti pensare che in Italia nel 2021 sono stati oltre 300 i pedoni che hanno perso la vita in strada. Eppure, anche loro, non dovrebbero avere sempre la precedenza?  
 

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