Il 5 ottobre 2025 la Bora ha colpito la costa romagnola sollevando onde di 2,5 metri e causando danni per milioni di euro presso i circoli nautici
Una violenta perturbazione ha investito domenica 5 ottobre l'intero litorale adriatico da Trieste alle Marche, provocando l'allagamento di numerose strutture portuali e circoli velici. Raffiche di bora hanno soffiato a 50 nodi, spingendo onde alte oltre due metri e mezzo che hanno travolto banchine, pontili e infrastrutture nautiche lungo la costa romagnola.
Il porto di Rimini è stato tra i più colpiti: l'acqua ha invaso le banchine e la viabilità circostante, mentre i pescatori hanno lavorato tutta la giornata per salvaguardare le imbarcazioni ormeggiate. Al Club Nautico le regate del campionato O'pen skiff previste per domenica sono state cancellate. L'acqua ha lambito anche le abitazioni di via Sinistra del porto, mentre nella zona della darsena e in via Ortigara ha reso impraticabili le strade per diverse ore.
A Riccione il fenomeno si è manifestato con particolare intensità al porto, dove le banchine del Club Nautico sono state sommerse fino al ponte di viale D'Annunzio. L'acqua ha raggiunto la pista ciclopedonale, costringendo alla chiusura dell'area portuale per l'intera mattinata. Anche il litorale meridionale della città ha subito danni consistenti, con l'erosione dell'arenile fino alle cabine degli stabilimenti.
Cervia ha registrato criticità significative al Circolo Nautico Amici della Vela di Milano Marittima, dove l'acqua ha invaso massicciamente gli spazi esterni della struttura. A Ravenna oltre trenta stabilimenti balneari distribuiti da Marina di Ravenna fino a Lido di Classe hanno riportato danni ingenti, con allagamenti che hanno raggiunto un metro di altezza all'interno di cucine, bar e celle frigorifere.
Sul fronte settentrionale dell'Adriatico, il Friuli-Venezia Giulia ha contato novanta interventi dei Vigili del Fuoco nella sola giornata di domenica, concentrati principalmente nella provincia di Trieste per alberi caduti e strutture pericolanti a causa della Bora. Nelle Marche si sono registrati un centinaio di interventi, con Macerata, Fermo e Ancona tra le province più interessate.
I circoli coinvolti hanno chiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale e l'attivazione di strumenti finanziari agevolati per fronteggiare le spese di ripristino. Le associazioni di categoria sollecitano inoltre una pianificazione territoriale che consideri l'aumentata frequenza e intensità delle mareggiate.
Dal punto di vista meteorologico, la perturbazione si è formata sulla Liguria per poi spostarsi rapidamente verso l'alto Adriatico. Il rapido cambio di circolazione, con correnti prima occidentali e poi nord-orientali, ha generato precipitazioni intense e venti di burrasca su tutta la fascia costiera. Gli esperti concordano sul fatto che mareggiate di questa intensità, benché comuni in autunno, stanno diventando sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, dell'innalzamento del livello del mare e della subsidenza del suolo adriatico.