Sono partiti. Dopo estenuanti rinvii, tappe intermedie impreviste e poi annullate, trasferimenti a sorpresa e una lunga serie di polemiche sulle decisioni ondivaghe compiute dagli organizzatori preoccupati dal cattivo tempo che ha imperversato nell’ultime settimane, la flotta dei solitari che partecipano alla Mini Transat mercoledì 13 novembre ha finalmente lasciato il porto spagnolo di Sada e si è lanciata in Atlantico alla volta dell’isola caraibica della Guadalupa.
Un via effettuato ancora una volta un po’ in ritardo sull’orario previsto (ore 9,37 invece che 9), ma accompagnato da 9 nodi di vento da Nord Nord-Ovest e anche sole che da giorni non faceva la sua comparsa su queste coste atlantiche. I primi a lanciarsi nel canale che immette in mare aperto sono stati il francese Ludovich Mechin e il torinese Alberto Bona su (Onlinesim.it), uno dei sei italiani in gara (il 7°, Davide Lusso, ha abbandonato la gara).
Annullata la tradizionale formula della regata a due tappe che prevedeva una sosta alle isole Canarie, i 77 navigatori ora dovranno puntare direttamente sul porto di arrivo di Pointe à Pitre (Guadalupa). Un “tappone” di 3.600 miglia che rende “storica” questa edizione della manifestazione. Le Canarie dovranno comunque essere raggiunte, il comitato di regata ha infattti fissato un “cancello” obbligatorio al largo di Arrecife, una boa che gli skipper dovranno contornare prima di potersi lanciare nella traversata oceanica.