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Natanti oltre frontiera:
emendamenti e perplessità


15-12-2023

Sono state approvate le modifiche al decreto Made in Italy che dovrebbero consentire ai natanti italiani di circolare all'estero. Restano alcuni punti da chiarire

Natanti oltre frontiera:
emendamenti e perplessità
Lo avevamo scritto qualche settimana fa a corollario della notizia sugli incentivi ai motori elettrici: il governo italiano, spronato da Confindustria Nautica, ha approvato una serie di emendamenti all'ormai noto decreto Made in Italy, ovvero il disegno di legge n. 1341-A, il cui iter di approvazione è in corso in sede parlamentare. 
 
Tali modifiche, promettono i legislatori, consentiranno alle barche italiane non immatricolate di navigare all'estero senza il patema d'essere fermate alla frontiera e ricacciate indietro, come poteva accadere per esempio in Croazia, Slovenia e Grecia. Ciò grazie alla possiblità da parte dei diportisti di acquisire opportuna attestazione di proprietà del mezzo, da mostrare all'occorrenza alle autorità straniere. 
 
Come si otterrà tale documentazione?
Con la dichiarazione di costruzione o importazione corredata dalla dichiarazione sostitutiva di atto notorio, autenticata da uno sportello telematico dell'automobilista.
E qualora, come nel caso di molti natanti, non si sia in possesso di suddette dichiarazioni?
L'interessato potrà presentare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio nella quale attesti che il natante da diporto è di sua esclusiva proprietà, indicando la data e il luogo di acquisto, nonché le generalità del venditore.
 
Il decreto, che dovrebbe vedere la luce entro la fine di dicembre, promette di porre finalmente rimedio a una burocrazia che in alcuni paesi risultava effettivamente ostile nei confronti dei diportisti italiani. Ma resta da capire quanto tempo occorrerà per rendere l'impianto burocratico operativo, come i paesi di confine recepiranno la nuova norma (basterà una dichiarazione sostitutiva di atto notorio in lingua italiana?) e soprattutto come verranno trattati i casi "particolari", per esempio quelli in cui si sia persa traccia del precedente proprietario o in cui sia impossibile identificare il modello dell'unità, vecchia 20 o 30 anni. E che succede poi se la barca in questione è ceduta in prestito e il proprietario non è presente a bordo al momento dei controlli? 
 
Tutte domande, queste che ci auguriamo troveranno presto risposta per fare di questa norma non solo un mezzo per consolidare il mercato di cantieri e distributori, ma un effettivo strumento di libertà in favore dei diportisti.

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