La nuova società pubblica gestirà investimenti strategici con 500 milioni di capitale iniziale e dotazione annua di 197 milioni dal PNRR
Nell'ormai conclamata tendenza alla "societarizzazione" della PA del Governo Italiano, il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture sta promuovendo la creazione di una società per azioni interamente pubblica destinata a centralizzare la gestione degli investimenti portuali nazionali. La bozza di riforma, elaborata dal viceministro Edoardo Rix, si trova ora alla Ragioneria dello Stato per la bollinatura finale.
Porti d'Italia SpA nascerà con un capitale di 500 milioni di euro e una dotazione annuale minima di 197 milioni, finanziata in parte attraverso il PNRR per garantire il rispetto della scadenza di giugno 2026. Le risorse proverranno dall'85% dei canoni demaniali anteriori al 2022, dalle quote fisse successive e dalle tasse portuali, che confluiranno in un Fondo del MIT a supporto della società.
Il modello richiama quello di Sport e Salute Spa, costituita nel 2019 per razionalizzare la gestione dello sport italiano. L'obiettivo dichiarato è accelerare gare d'appalto e concessioni su opere strategiche, superando i ritardi cronici delle 16 Autorità di Sistema Portuale. Il PNRR destina centinaia di milioni ai porti, con particolare attenzione al Sud Italia dove sono stati stanziati 755 milioni per 59 progetti, di cui 613 provenienti dal Piano. I fondi complementari portano il totale a 2,6 miliardi.
La riforma solleva però interrogativi sulla governance. Una SpA pubblica consente nomine dirette del Consiglio di Amministrazione da parte del Governo attraverso l'assemblea degli azionisti, riducendo il controllo democratico tipico degli enti pubblici tradizionali. Le Autorità di Sistema Portuale, che rispondono a comitati con rappresentanza territoriale, vedrebbero ridotta la propria autonomia sulle opere strategiche a favore di una struttura centralizzata.
Il precedente di Sport e Salute con il trasferimento di competenze e risorse dal CONI evidenzia i rischi: pur migliorando alcuni aspetti gestionali, quella società ha concentrato potere decisionale e generato polemiche su criteri di nomina e conflitti istituzionali. Nel frattempo per sostenere il traballante blancio del Comitato Olimpico Nazionale Italiano si è corsi ai ripari con il lancio di una lotteria denominata Win for Italia Team.
La nuova Porti d'Italia Spa potrebbe effettivamente smuovere la macchina burocratica e velocizzare i processi ma dovrà dimostrare trasparenza rafforzata (con pubblicazione atti e criteri nomina) e l'effettiva autonomia gestionale da parte del management.