Salone di Parigi: francesi più motoristi che velisti
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La Francia, da sempre considerato il paese della vela, si scopre più attratta dalle barche a motore. I nuovi acquisti sono per 85 per cento verso piccole barche a motore e gommoni, e solo per il 15 per la vela. Un'inchiesta del quotidiano "Le Monde".
Un allarme: i francesi preferiscono di gran lunga le piccole barche a motore rispetto a quelle a vela. La questione non è del tutto nuova ma quest'anno è emersa con forza dai discorsi tra gli appassionati storici della vela e sulla stampa nazionale. Navigatori, produttori, scrittori, operatori dicono: chi si avvicina al mare oggi lo fa con imbarcazioni a motore e non più, come accadeva fino a dieci anni fa, con barche a vela.
Le barche più ambite sono piccole, preferibilmente gommoni che assicurano rapidità, costi inferiori d'acquisto e di gestione, minore necessità di conoscenze tecniche.
Il punto dolente è proprio quest'ultimo. Per condurre una barca a vela occorre acquisire tecnica e oggi non si ha o non si vuole trovare più il tempo per apprendere le tecniche indispensabili per navigare a vela.
In un articolo di presentazione del Salon Nautique 2003 di Parigi conclusosi il 15 dicembre 2003, si occupa di questo "fenomeno" il quotididiano francese "Le Monde". Le cifre delle immatricolazioni del 2003 - necessarie in Francia per le imbarcazioni che superano i 2,75 metri - sono impressionanti, secondo l'articolista del quotidiano, poiché l'80 per cento di queste riguarda barche pneumatiche o a chiglia rigida di lunghezza minore gli 8 metri. Mentre le barche a vela non rappresentano che il 15 per cento.
Chi è il cliente-navigatore-tipo? Sempre secondo l'autorevole quotidiano francese, coloro che possono accedere a seduzioni da 30.000 euro in su sono gli impiegati, in generale i quadri aziendali, i tecnici di livello intermedio. Queste categorie non hanno necessariamente la "passione" per il mare ma desiderano disporre di un mezzo che non dia troppi pensieri.
Il gommone a chiglia rigida e due motori fuoribordo a benzina sui sette metri è quello che fa più al caso loro: potente, elegante, sufficientemente spazioso per quattro persone, poco impegnativo da gestire perché al limite del rimorchiabile su strada.
Queste barche sono inoltre sempre più realizzate per il cosiddetto "camping nautico", che torna di moda ma tra i motoristi, con quel minimo di arredi per consumare semplici pasti e tendalino di copertura per trascorrere la notte. I più reticenti alle attrattive nautiche, conclude l'inchiesta-articolo di "Le Monde", sono gli agricoltori.
I velisti per trovare una barca di analoghe dimensioni, sia in Francia che in Italia, devono necessariamente rivolgersi al mercato dell'usato. L'acquisto ha un costo pressoché identico ma con la necessità di apprendere un minimo di tecnica di navigazione. Poi va aggiunto che la barca usata ha un minore "charme" perché si naviga lentamente e su un mezzo vecchio! L'attrattiva del nuovo e del facile fa dunque la differenza, a discapito della vela, come accade da tempo in Italia e ora anche in Francia.
(gio.ca)
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