The Artemis Transat
Josse guida gli Open 60
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L'incontro con un'alta pressione porta Sebastian Josse su "BT" in testa alla flotta degli Open 60, seguito da Loick Peyron su "Gitana Eighty". Soldini mantiene il primo posto tra i Class 40.
Cambio di vertice nella flotta degli Open 60 in gara nella The Artemis Transat, transatlantica in solitario partita l'11 maggio da Plymouth (Inghilterra), in direzione di Boston (Usa).
La notte tra il 14 e il 15 maggio ha premiato la scelta tattica dell'inglese Sebastian Josse che a differenza del gruppo di testa delle veloci barche di 18 metri, aveva scelto di puntare più a Sud. Così mentre i favoriti, con Desyojeaux da poco al comando, si trovavano impelagati in un promontorio di alta pressione con venti deboli e instabili, Josse e la sua "BT" hanno trovato via libera e godendo di una velocità media di 10 nodi, sono passati in testa con oltre 30 miglia di vantaggio su "Gitane Eighty" dell'inglese Loick Pyron, attualmente secondo. Desyojeaux che procede più a Nord e che si è visto balzare improvvisamente in quarta posizione, è tuttavia l'unico tra il gruppo di concorrenti in testa alla flotta ad aver incrementato la velocità ore con 11,5 nodi di media; un vantaggio che potrebbe presto riportarlo tra le primissime posizioni. Del resto in questa fase della regata ogni mossa può rivelarsi decisiva e modificare radicalmente la scacchiera dei concorrenti sparpagliati in 300 miglia di oceano.
Resta invece sostanzialmente invariata la situazione tra i Class 40 con Giovanni Soldini in testa davanti a "Beluga Racer" del tedesco Boris Hellmann e "Appart' City" del bretone Yvan Noblet. Soldini e i suoi diretti inseguitori si stanno avvicinando allo stesso promontorio che ha messo in difficoltà chi nei 60 piedi, aveva scelto la rotta più a settentrionale. Per aggirare l'ostacolo lo skipper milanese dovrebbe volgere la prua a Sud e incanalarsi nello stesso percorso che ha dato la possibilità a Hellmann (che attualmente gode di un nodo di velocità in più di Soldini) di scavalcare gli avversari e guadagnare la seconda posizione. Incrociamo le dita.
Intanto dalla direzione della regata giunge l'annuncio si 36 ore di blackout delle posizioni dei diversi skipper che inizierà venerdì 16, alle ore 18 GMT (le 20 italiane) fino alle 8 GMT (le 8 italiane) di domenica 18 maggio. Le scelte tattiche dei concorrenti potranno a questo punto rivelarsi cruciali essendo obbligati a decidere la traiettoria indipendente dalla posizione degli avversari.
I punti di arrivo delle due categorie di barche partecipanti alla regata sono Boston per gli Open 60 e Marblehead, 18 miglia più a Nord, per i Class 40. Per tutti i concorrenti si tratta di un percorso di circa 2.800 miglia, da effettuare a una latitudine Nord al di sopra dei 40 gradi, contro venti e correnti dominanti e in cui non è raro incontrare banchi di iceberg e lastre di ghiaccio (i cosidetti "growler").
Proprio a causa di quest'ultimo pericolo, la cui probabilità sembra essere aumentata in questi ultimi giorni, il Comitato di regata ha deciso di modificare verso Sud la rotta della regata, allungando di altre 200 miglia il percorso.
La "Transat" nasce con il nome di "Ostar" nel 1960 da un'idea del colonnello inglese H. G. Hasler. Tra i promotori di quella prima edizione, oltre al quotidiano "The Observer", c'era anche il celebre navigatore Sir Francis Chichester, che trionfò a bordo del suo 12 metri "Gipsy Moth III".
Negli anni la regata è diventata sempre più competitiva, cambiando spesso nome, regole e comitato organizzatore. Dal 2004 questa competizione è gestita dalla Offshore Challenge Events della velista inglese Ellen MacArthur, vincitrice a soli 23 anni dell'edizione del 2000 tra gli Open 60.
I punti di arrivo delle due categorie di barche partecipanti alla regata sono Boston per gli Open 60 e Marblehead, 18 miglia più a Nord, per i Class 40. Per tutti i concorrenti si tratta di un percorso di circa 2.800 miglia, da effettuare a una latitudine Nord al di sopra dei 40 gradi, contro venti e correnti dominanti e in cui non è raro incontrare banchi di iceberg e lastre di ghiaccio (i cosidetti "growler").
Proprio a causa di quest'ultimo pericolo, la cui probabilità sembra essere aumentata in questi ultimi giorni, il Comitato di regata ha deciso di modificare verso Sud la rotta della regata, allungando di altre 200 miglia il percorso.
La "Transat" nasce con il nome di "Ostar" nel 1960 da un'idea del colonnello inglese H. G. Hasler. Tra i promotori di quella prima edizione, oltre al quotidiano "The Observer", c'era anche il celebre navigatore Sir Francis Chichester, che trionfò a bordo del suo 12 metri "Gipsy Moth III".
Negli anni la regata è diventata sempre più competitiva, cambiando spesso nome, regole e comitato organizzatore. Dal 2004 questa competizione è gestita dalla Offshore Challenge Events della velista inglese Ellen MacArthur, vincitrice a soli 23 anni dell'edizione del 2000 tra gli Open 60.
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