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The Artemis Transat
Vincent Riou abbandona


21-05-2008

A seguito di uno scontro con una balena lo skipper francese lascia la barca alla deriva e viene tratto in salvo da Loick Peyron che passa in testa alla classe dei 60 piedi. Soldini mantiene il comando dei Class 40.

The Artemis Transat
Vincent Riou abbandona
È ancora una balena, dopo quella che aveva costretto Desjoyeaux al ritiro lo scorso 16 maggio, a mettere a soqquadro il vertice della classifica dei 60 piedi Open. Alle ore 3.00 Gmt Vincent Riou in testa alla flotta della classe Imoca a bordo di "Prb" si è scontrato con una grande mammifero mentre navigava a una velocità tra i 15 e i 18 nodi. Ma se nonostante tutto per Dejoyeaux lo scontro con il cetaceo aveva causato la sola delaminazione di una delle due derive a baionetta, tanto dal convincerlo a fare dietro front con le proprie forze, per Riou le cose sono andate un po' peggio: una delle due pinne di deriva laterali è stata letteralmente divelta e lo skipper francese, impossibilitato a procedere con una sola delle due appendici, ha chiesto soccorso ed è stato tratto in salvo da Loick Peyron su "Gitana Eighty": «Ho sentito uno shock - ha dichiarato Riou -che al principio non mi ha preoccupato. Sembrava sì violento, ma soft. Non ho sentito nessun rumore di crack nel carbonio. Pensavo si trattasse di uno squalo e credevo anche di averlo tagliato in due avendo visto riemergere due tronconi sulla scia di poppa. Verificati i danni mi sembrava che non ci fosse nulla di grave, solo un piccolo danno nella cassa della deriva, ma niente di serio. Ad ogni modo ho rallentato. Inclinando meglio la barca ho scoperto che una delle due pinne di deriva a baionetta non c'era più... Ho deciso di contattare la Direzione della Regata che ha allertato Loick e gli ha chiesto di fare rotta verso la mia posizione. Gitana Eighty era a sole 15 miglia di distanza da me. Ora tutto ciò che posso fare è qualche telefonata per organizzare il recupero della barca che dovrebbe essere portato a termine in due o tre giorni». Imbarcato il collega skipper a circa 700 miglia dal traguardo di Boston, Loick Peyron e il suo "Gitana Eighty" passano quindi in prima posizione seguiti da Armel Le Cleac'h su "Brit Air" e da Yann Elies a bordo "Generali". Soldini che dall'11 maggio, giorno che ha segnato l'avvio della regata, guida il gruppo di testa della flotta, continua a dirigere l'orchestra tra i Class 40. Osservando la rotta tenuta dei singoli concorrenti salta subito all'occhio quanto le scelte tattiche dello skipper milanese facciano eco tra i diretti inseguitori che per il momento sembrano limitarsi a emularne le mosse. Soldini si trova a circa 1.300 miglia dal traguardo e naviga sospinto da venti da Sud, Sud Ovest a circa 8 nodi. Il suo obiettivo ora è superare lo sbarramento anti-iceberg voluto dall'organizzazione della regata a Sud di Terranova per obbligare i concorrenti a non fare rotta in zone dove potrebbero esserci banchi di ghiaccio alla deriva. Alle sue spalle, a una distanza di oltre 50 miglia, seguono "Mistral Loisirs - Pole Santé" di Thierry Bouchard e Beluga Racer del tedesco Boris Herrman. I punti di arrivo delle due categorie di barche partecipanti alla regata sono Boston per gli Open 60 e Marblehead, 18 miglia più a Nord, per i Class 40. Per tutti i concorrenti si tratta di un percorso di circa 2.800 miglia, da effettuare a una latitudine Nord al di sopra dei 40 gradi, contro venti e correnti dominanti e in cui non è raro incontrare banchi di iceberg e lastre di ghiaccio (i cosidetti "growler"). Proprio a causa di quest'ultimo pericolo, la cui probabilità sembra essere aumentata in questi ultimi giorni, il Comitato di regata ha deciso di modificare verso Sud la rotta della regata, allungando di altre 200 miglia il percorso. La "Transat" nasce con il nome di "Ostar" nel 1960 da un'idea del colonnello inglese H. G. Hasler. Tra i promotori di quella prima edizione, oltre al quotidiano "The Observer", c'era anche il celebre navigatore Sir Francis Chichester, che trionfò a bordo del suo 12 metri "Gipsy Moth III". Negli anni la regata è diventata sempre più competitiva, cambiando spesso nome, regole e comitato organizzatore. Dal 2004 questa competizione è gestita dalla Offshore Challenge Events della velista inglese Ellen MacArthur, vincitrice a soli 23 anni dell'edizione del 2000 tra gli Open 60.

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