Lo skipper fiorentino ha tagliato la linea d'arrivo del 10° giro del mondo in solitario e senza scalo in 22ª posizione il 4 febbraio alle ore 09,34
Oggi, 4 febbraio alle ore 09,34 Giancarlo Pedote, unico skipper italiano in gara al Vendée Globe ha tagliato il traguardo di Les Sables d'Olonne in 22ª posizione.
Davanti a lui si erano già portati oltre la linea d'arrivo Romain Attanasio il 2 febbraio, Daniel Seguin, Benjamin Ferré, Tanguy Le Tarquais, Alan Roura e Isabelle Joshke il 3 febbraio e, nella notte tra il 3 e il 4 febbraio, Jean Le Cam e Conrad Colman.
Pedote su Prysmian Group ha completato il suo secondo giro del mondo in solitario e senza scalo dopo 85 giorni 20 ore e 32 minuti. Una prestazione nel complesso buona, ma obiettivamente meno soddisfacente del 2021 quando dopo 80 giorni, 22 ore, 42 minuti e 20 secondi in mare, con una barca all'epoca più competitiva, si era posizionato 8° su 33 concorrenti. Questa volta invece si è fermato a metà classifica.
"Non si può sapere in anticipo quali sistemi meteorologici incontreremo e ancor meno come andrà a finire. Bisogna affrontare le cose con vigilanza e attenzione", aveva dichiarato all'inizio di questa sua seconda partecipazione. E in effetti i problemi non sono mancati.
Il primo inciampo è stato strategico, quando al passaggio dell'Equatore durante la discesa dell'Atlantico Prysmian ha perso il treno di una depressione che ha consentito invece al gruppo di testa di partire in volata
"Ho vissuto momenti migliori. Tutti i modelli meteo degli ultimi giorni erano sbagliati e questo non ha giocato a mio vantaggio. È un po' difficile da gestire nervosamente", aveva commentato il navigatore italiano.
Poi sono arrivati i guasti: prima alla vela di prua nei Doldrums, poi al motore entrobordo all'altezza di Point Nemo e infine al timone di sinistra prima del passaggio di Capo Horn.
Tutti "infortuni" risolti con maestria marinaresca dal nostro atleta, ma che lo hanno costretto a un approccio conservativo.
Ma come ogni buon marinaio deve fare Giancarlo ha portato a casa la pelle e la sua barca, senza contare quella piccola soddisfazione per il record di velocità personale stabilito a bordo del suo Imoca del 2015 con 524 miglia percorse in 24 ore. Certo, se si confronta il dato con le 615.33 del record generale nelle 24 ore messo a segno di Sebastian Simon nel corso di questo Vendée Globe, appare evidente che se il nostro vorrà replicare nel 2029 dovrà farlo con una nuova barca, adeguata alle sue indiscusse capacità.
"Non vedevo l’ora di arrivare. L’ultima parte della regata mi è sembrata interminabile", ha dichiarato lo skipper una volta approdato a Les Sables d'Olonne.
"Ogni Vendée Globe - ha proseguito - è unico e va affrontato con umiltà. Questa regata è imprevedibile. Sono orgoglioso di averla portata a termine nonostante le difficoltà. Ma soprattutto non voglio pensare che la valutazione finale di quattro anni di duro lavoro mio e del mio team, si limiti semplicemente ad un numero. Chi giudica il Vendée Globe da un numero, senza prendere in conto le eventuali difficoltà incontrate, non ha capito niente di questa regata. Arrivare alla fine è una misura più significativa per un marinaio rispetto alla posizione finale in classifica".