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America's Cup:
ancora dal giudice


13-01-2010

Lo sfidante statunitense Bmw Oracle intenta una nuova azione legale contro il defender Alinghi legata all'origine delle vele del catamarano elvetico. In forse le regate dell'8 febbraio.

America's Cup:
ancora dal giudice
Quando tutto sembrava finalmente pronto per la sfida a Valencia tra i grandi multiscafi una nuova causa intentata da Bmw Oracle nei confronti di Alinghi rischia di far saltare i programmi per la prossima edizione della Coppa America. I due team si erano incontrati a Singapore il 12 gennaio in presenza di David Tillet, Presidente della Giuria Internazionale e David Kellett, in rappresentanza dell'International Sailing Federation (ISAF) col proposito di definire i dettagli della sfida dopo la diffusione da parte del defender svizzero del Bando di Regata (Notice of Race) modificato in base alle decisioni della Corte di New York e dei cambiamenti concordati a Sydney e il riconoscimento della Giuria Internazionale. L'incontro è finito male: secondo il team statunitense le vele di Alinghi non risponderebbero ai parametri stabiliti dal Deed of Gift (il documento originale della regata a cui i due si sono appellati per questa sfida uno contro uno) perché non sarebbero state costruite nel Paese di cui il defender è rappresentante. Dall'altra parte Alinghi afferma invece di avere rispettato tutti i dettami del Deed of Gift dichiarando che sia l'imbarcazione che le vele sono state costruite in Svizzera. Il tutto si è concluso come troppo spesso è accaduto in questa XXXIII edizione della Coppa America con una nuova una nuova azione legale presso la Corte Suprema di New York a cui potrebbero seguire naturalmente appelli. A meno di un mese dal match tanto atteso siamo dunque costretti a scrivere nuovamente la parola "forse" su una gara che di spirito sportivo ormai sembra avere poco e niente.

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