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Cambiamenti climatici
Il verdetto dell'Onu


23-10-2008

Emissioni di Andride Carbonica, innalzamento delle temperature, scioglimento dei ghiacci, aumento del livello del mare di circa un metro: un'inquietante prospettiva in atto già nei prossimi decenni.

In accordo ad ultime ricerche, il clima della Terra sta cambiando in modo più veloce e più marcato di quanto previsto dal Quarto Rapporto (2007) dell'International Panel on Climate Change (IPCC), Organismo dell'ONU che si occupa di valutare e tenere sotto controllo le variazioni climatiche in atto nel nostro Pianeta. Uno degli aspetti più preoccupanti è il fatto che, in alcune zone, l'Oceano Artico sta perdendo le distese di ghiaccio con 30 anni di anticipo rispetto alle precedenti previsioni. Attualmente, infatti, si ritiene che il ghiaccio estivo sparirà totalmente durante i mesi d'estate fra il 2013 ed il 2040. Il fenomeno è da ascriversi al "meccanismo positivo di retroazione". Gli oceani sono degli importanti assorbenti di anidride carbonica (CO2): quando questa aumenta, cresce anche il potenziale termico dell'atmosfera; se la temperatura di quest'ultima aumenta, cresce anche la temperatura degli oceani. Dal momento che la loro capacità di assorbire CO2 decresce con il salire della temperatura, viene ridotta la possibilità di rimuovere l'anidride carbonica dall'atmosfera. Similmente, quando il ghiaccio si scioglie, viene ridotta la quantità di albedo (il rapporto tra la radiazione solare ricevuta dalla superficie e quella riemessa), rendendo pertanto maggiore la capacità delle acque di trattenere calore. L'aumento di temperatura di esse permette di immettere una maggiore quantità di vapor d'acqua nell'atmosfera, che va ad incrementare l'effetto serra, producendo un aumento della temperatura globale. Globalmente, si prevede che il livello medio del mare possa salire del doppio rispetto alla quantità prevista dall'IPCC (0,59 m prima della fine del secolo), il che pone a rischio la vita di milioni di persone residenti nelle aree costiere. In Europa, si ritiene che gli ecosistemi del mare del Nord e del mar Baltico accuseranno le più alte temperature rispetto a quelle finora registrate. Il Mediterraneo subirà una maggiore frequenza di periodi secchi. Gian Carlo Ruggeri (Meteorologo)

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