Caos Coppa America
protestano italiani e “kiwi”
A tre giorni dall’inzio delle regate di selezione per lo sfidante, a San Francisco i team ingaggiano un braccio di ferro sulle regole di gara. Una giuria internazionale al lavoro.
Continua a tirare aria di bufera sulla "Coppa America". A tre giorni dal via delle regate per la selezione dello sfidante al trofeo, previsto domenica 7 luglio, ancora non è infatti sicuro se i team potranno o vorranno scendere in acqua nella baia di San Francisco (Usa).
Pende sulla competizione la protesta presentata nei giorni scorsi sia dal team neozelandese, che da quello italiano di “Luna Rossa”. I due challenger contestano alcune delle nuove 37 “Raccomandazioni” introdotte dal direttore di regata Iain Murray, lo scorso 29 giugno, a seguito della morte del velista Andrew Simpson dovuta al capovolgimento del multiscafo svedese “Artemis Racing”. Disposizioni che dovevano servire per aumentare la sicurezza delle gare, ma che, secondo i due team potrebbero avvantaggiare l’equipaggio di Oracle il detentore della coppa.
Sotto accusa in particolare c’è la regola relativa all’impennaggio regolabile dei timoni, quel dispositivo che consente di variare l’angolo della pinna orizzontale (winglet) posta nella loro estremità finale. Un congegno non previsto finora dalle regole di stazza dei multiscafi AC72, di cui non sono provvisti “Luna Rossa” ed Emirates Team New Zealand, ma che invece è stato testato e adottato da Oracle.
A dirimere la questione sarà ora una giuria internazionale composta da cinque membri che entro lunedì 8 luglio dovrà decidere se accogliere o meno le proteste di italiani e neozelandesi. Ma c’è un problema.
Se la giuria dovesse dare ragione ai due sfidanti, infatti, il campo di gara potrebbe essere dichiarato inagibile dalla Guardia Costiera di San Francisco, che ha posto come condizione per il via libera delle regate l’adozione di tutte le nuove regole proposte da Murray. Viceversa, potrebbero essere “Luna Rossa” e “Team New Zealand” a rifiutarsi di scendere in acqua.
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