I neozelandesi hanno battuto Luna Rossa anche grazie allo sviluppo di un "bot Ai", un robot col compito di regolare manovre e appendici in funzione di rotta, vento e andature
L'America's Cup è sempre più prossima alla fantascienza. Emerge ora infatti che il team dei "kiwi" abbia impiegato un computer dotato di intelligenza artificiale che avrebbe consentito a Te Rehutai di ottenere prestazioni ottimali nell'assetto di vele, foil, flap e Vmg (Velocity Made Good).
Sviluppato in nuova Zelanda presso la sede della McKinsey & Company e la sua controllata QuantumBlack, questo Bot Ai è con ogni probabilità il simulatore di vela più avanzato al mondo, in grado di apprendere a seguito di molteplici test in laboratorio e in mare, più rapidamente di quanto possa fare un essere umano.
Fondamentalmente a seguito di un'incessante serie di simulazioni i "kiwi" hanno insegnato a un computer a navigare nel miglior modo possibile. E questa scatola di circuiti e bit è stato assegnato il compito di controllare 14 input diversi sull'AC75 dei "kiwi" che includono il governo, l'alzata del timone, il sollevamento dei foil, il trim della randa e il carrello e del fiocco al fine di generare una statistica comportamentale che con ogni probabilità è stata poi messa a frutto dall'equipaggio per navigare più velocemente.
Si era ipotizzato che il Bot Ai potesse essere operativo a bordo di Te Rehutai anche durante i match di Coppa America. Uno scenario che avrebbe reso discutibile la vittoria dei "kiwi", ma che è stato smentito dalla stessa McKinsey & Company che sottolinea che nell’ambito della partnership tecnologica con Emirates Team New Zeland (ETNZ), la società ha sviluppato il Bot Al utilizzato solo in simulazioni prima della gara per accelerare il processo di progettazione della propria barca.