Il cemento
nella nautica
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Per il porto di Civitavecchia e la base Usa di S. Stefano (La Maddalena, Sardegna) già pronti progetti riservati alla cosiddetta nautica di lusso. Ideatori i Signori del mattone e del cemento
I superyacht stuzzicano le menti più ingorde e i soliti gruppi del mattone e del cemento. Dietro c'è la favola della nautica di lusso. In realtà vogliono mettere la mani su terreni per un business da milioni di metri cubi, soliti alberghi che resteranno chiusi otto mesi su dodici.
Accadrà a Civitavecchia dove c'è un porto commerciale con grandi fondali in grado quindi di ospitare navi. Bene, facciamoci un nuovo marina, ovviamente riservato ai superyacht. Grande progetto, fondi pubblici e privati e una parte del porto (ora solo pubblico) viene liberato per fare spazio alle grandi barche, minimo diciotto metri.
Una città storicamente "sul mare" con pescatori professionisti e dilettanti, diportisti con barche al massimo di dodici metri verranno sfrattati. Sono tutti d'accordo, Comune, Autorità portuale e cittadini a cui viene prospettato un cambiamento epocale da cittadina provinciale a grande città del turismo di lusso, da fare impallidire la Costa Azzurra.
Accadrà a la Maddalena dove gli Stati Uniti lasciano la base di Santo Stefano. C'era già pronto un piano per farne una base per superyacht. Approvazioni entusiastiche di tutti, Regione, Comune, miliardari del mattone e perfino lo Stato, con la società Sviluppo Italia. Faranno un bell'accordo per depredare i resti cementiferi militari per strutture destinate alla nautica di lusso. Finalmente, dicono, la Sardegna avrà una nautica di qualità.
Intanto la nautica, quella davvero con "N" maiuscola delle barche a vela e a motore, dei gozzetti, dei cabinati, dai cinque ai diciotto metri viene sfrattata. Non rende più, nessuno vuole barche sotto i diciotto metri, che diamine!
Attenzione. Sono tutte fantasie, bugie, perché la gran parte delle barche in circolazione sono proprio tra i sette e i dodici metri. I proprietari di queste barche rappresentano il rimorchio del settore, ma non contano, non fanno girare i miliardi perché non vogliono alberghi, locali di lusso e per di più vorrebbero navigare tutto l'anno, non solo quei venti giorni d'agosto in cui fiumi di denaro inondano la Costa Smeralda.
La cosa più inquietante è che non esiste un numero di barche (o forse è meglio definirle navi) che giustifichi questa corsa a offrire tanti ormeggi e servizi. Ma che importa, per i gruppi del mattone e del cemento l'obiettivo è realizzare a terra quando più è possibile: se va bene alberghi, se va male orrendi centri commerciali.
(gio.ca)
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