La barca di BOLINA "Miranda V"
torna in acqua
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Dopo un lungo restauro la barca della redazione del mensile è tornata nel suo elemento. Era rientrata dal giro del mondo nel dicembre 2002. Ora, effettuato un collaudo, la attendono nuove navigazioni.
Il 14 marzo è stata varata ad Anzio "Miranda V", la barca della redazione di BOLINA. Dopo oltre due anni di riposo e numerosi lavori l'Impala 40 (12,57 m), un progetto di Doug Peterson del 1978, è tornata a toccare l'acqua salata.
I lavori più importanti riguardano gli interni che sono stati rinnovati. Nell'occasione è stata smontata e rimontata dopo un controllo la chiglia; anche la pala del timone è stata rimossa e rimessa nella sua sede dopo avere sostituito le boccole. Il motore, un vecchio Mercedes da 40 hp, è stato sbarcato e rimesso totalmente a nuovo. Il restauro è stato oggetto di numerose foto e di appunti per documentare i lavori che saranno sviluppati in alcuni articoli da pubblicare sul mensile BOLINA.
"Miranda V" aveva concluso il giro del mondo nel dicembre 2002, navigazione iniziata nel 1995 per festeggiare i dieci anni della rivista. Il periplo si è svolto quasi interamente nella classica rotta dei venti portanti della fascia tropicale con numerose soste, compiendo ogni anno un tratto. La navigazione fuori dalle fasce equatoriali è stata quella verso la Nuova Zelanda, nel 2000, dove la barca si è trattenuta un anno per fare dei lavori allo scafo in lega leggera. Alcuni anni prima, esattamente nel 1998, la barca aveva dovuto infatti subire a Raiatea, un'isola della Polinesia, l'incontro con "un ciclone" lasciando sul campo l'albero e alcuni danni allo scafo. L'incidente non ha comunque impedito alla barca, una volta armato un nuovo albero, di raggiungere con i propri mezzi la Nuova Zelanda.
Ora la barca verrà collaudata in tutte le sue parti, prima di riprendere i viaggi. "Miranda V" è di proprietà della casa editrice del mensile ed è lo strumento didattico della redazione. A bordo infatti vengono effettuati esperimenti su attrezzature, le navigazioni danno ai redattori la possibilità di "provare sul campo" le tecniche che mese dopo mese vengono dibattute sul giornale.
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