La nuova regola del protocollo di stazza degli Open 60 impone che almeno una tra le vele imbarcate in regata, sia realizzata riducendo scarti e consumi
Dal 1° gennaio 2023 sugli Open 60 Imoca almeno una vela dovrà essere certificata "green", ovvero realizzata seguendo un processo di produzione con impatto ambientale drasticamente ridotto.
Lo stabilisce la Green Sail Rule, nuova norma del protocollo di stazza di questa classe di bolidi protagonista di molte regate oceaniche, su tutte il Vendée Globe.
Un'attenzione per l'ambiente quella così imposta agli skipper che si traduce non tanto nella sostituzione dei materiali, per i quali è stato comunque avviato un intenso percorso di ricerca, quanto nella riduzione drastica degli scarti generati in fase di produzione, sia primari (resina e fibre che compongono il tessuto), che accessori (guanti, carta, consumo di energia, trasporti, etc.). Basti pensare che oggi per fabbricare 1 chilogrammo di vela ne servono almeno 6 di materiali poi destinati al macero.
L'iniziativa spinge pertanto i velai che vogliano essere competitivi a modificare i processi di produzione fino a poter certificare che almeno il 25 per cento dell'energia impiegata derivi da fonti rinnovabili e che per consulenze e consegne non vengano impiegati trasporti aerei ma mezzi più sostenibili.
Un ulteriore passo in favore della sostenibilità ambientale per la classe Imoca che già nel 2021 aveva limitato a un massimo di 8 il numero di vele da imbarcare in regata. E se gli attori di questa rivoluzione sono i principali produttori di vele è probabile che in breve tempo anche questa piccola rivoluzione si rifletterà sul diporto nautico.