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La classe Laser revoca
la licenza europea


29-03-2019

Il cantiere LaserPerformance Europe vieta all'Ilca di ispezionare le barche prodotte e l'associazione internazionale gli ritira il permesso di costruire. Una vicenda clamorosa, ma non del tutto chiara.

La classe Laser revoca
la licenza europea

Ancora acque agitate nella classe Laser, una delle più diffuse e apprezzate derive veliche al mondo. Dopo le polemiche sul regime di monopolio con cui vengono costruite queste barche, con il conseguente rischio di essere escluse dalle classi olimpiche, e la spada di Damocle dei “trials” appena effettuati dalla federazione mondiale della vela per trovare alternative a questo singolo maschile e femminile per i Giochi di Parigi 2024, ora l'International Laser Class Association ha deciso di revocare la licenza di costruttore all'inglese LaserPerformance Europe. Non un cantiere qualunque, ma il primo produttore di Laser per i mercati europei, asiatici e americani.

A provocare la clamorosa scelta sarebbe stato il divieto posto dal cantiere britannico ai funzionari Ilca di ispezionare le barche in costruzione per verificare il rispetto dei criteri di monotipia. Una violazione del contratto di costruzione che mira a garantire la stessa conformazione delle derive Laser indipendentemente da dove siano costruite.
«Siamo delusi dal vedere giunta a termine una relazione così lunga e produttiva – ha dichiarato il presidente dell'Ilca Tracy Usher– ma abbiamo dovuto andare avanti per proteggere il livello di concorrenza e l'investimento per i 14.000 membri della Classe Laser Internazionale e per gli oltre 50.000 velisti in tutto il mondo che navigano regolarmente con il Laser».

Ora, però la situazione si complica. Non tanto per la fornitura delle derive, visto che ci sono altri due costruttori nel mondo, Performance Sailcraft Australia e Performance Sailcraft Japan (che garantirà la fornitura per le Olimpiadi di Tokyo nel 2020), ma per una questione di marchio. La proprietà del nome “Laser”, infatti, è stata  per anni al centro di battaglie legali che hanno coinvolto gli stessi Bruce Kirby e Ian Bruce, inventori della deriva, e alla fine è stata assegnata proprio alla LaserPerformance Europe (eccetto in alcune nazioni come Giappone, Nuova Zelanda, etc.), che potrebbe impedirne l'uso ad altri o venderne i diritti a caro prezzo.

Poi c'è anche chi vede dietro al divorzio tra il cantiere inglese e l'associazione internazionale di classe la volontà, da parte di quest'ultima, di aprire la licenza di costruzione a ulteriori cantieri. Questo per sgonfiare le accuse di operare in regime di monopolio e poter continuare così a restare tra le classi olimpiche. In ogni caso, presto dovrebbero arrivare ulteriori chiarimenti. «Ilca capisce – spiega un comunicato dell'associazione di classe – che molti dei nostri velisti avranno ulteriori domande su questa notizia. Facciamo sapere quindi che abbiamo in programma di pubblicare una “Faq” con informazioni più dettagliate a breve».

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