Mitico Van Den Heede
la Golden Globe è sua!
Il navigatore francese alle ore 10 del 29 gennaio ha tagliato il traguardo di Les Sables d'Olonne aggiudicandosi il giro del mondo “retrò” in solitario. Un'impresa da maestro.
Sfida riuscita per Jean-Luc Van den Heede. Il 73enne navigatore francese, decano della pattuglia dei velisti oceanici transalpini, ha di nuovo lasciato il segno: martedì 29 gennaio alle ore 10 ha tagliato per primo il traguardo di Les Sables d'Olonne, il porto francese dal quale era salpato il 1° luglio dello scorso anno, insieme ad altri 16 concorrenti per la Golden Globe Race 2018, l'orignale regata con barche e attrezzature degli Anni 60 ideata per celebrare il mezzo secolo dall'omonimo eroico primo giro del mondo vinto dall'inglese Robin Knox Johnston, ma marchiato indelebilmente da Bernard Moitessier e dalla sua scelta di non concludere la gara ma continuare a navigare.
VDH ha compiuto il suo giro del mondo in 211 giorni. Un'eternità se paragonati ai 74 giorni impiegati da Armel Le Cleac'h nell'ultima Vendee Globe sul suo iper tecnologico e velocissimo Imoca 60; un tempo prodigioso se confrontato, come deve essere, con i 313 giorni impiegati da Knox-Johnston nel 1968 nella prima edizione del Golden Globe. Van den Heede ha infatti navigato intorno al globo con il Rustler 36 "Matmut", una barca, come prescrive il regolamento della gara “a chiglia lunga, progettata prima del 1988 e costruita almeno in 20 esemplari”. Una “piccola lumachina”, come la chiama Van den Heede, pesante però come un elefante (7 tonnellate e mezzo), ma che ha tenuto medie prodigiose, anche perché condotta da un marinaio eccezionale dall'incredibile curriculum, dove spiccano tra le decine di regate oceaniche 2 Mini Transat, 4 giri del mondo e lo strepitoso record del giro del globo all'inverso, verso Ovest e contro i venti dominanti, conquistato nel 2004 e ancora imbattuto.
Van den Heede, il “professore”, come è anche soprannominato (ha insegnato matematica), ha condotto una gara perfetta. Sempre nel gruppo di testa durante i primi giorni, è risalito dal quarto al primo posto durante la discesa dell'Atlantico e, superato in testa alla flotta l'equatore non ha più ceduto posizioni. Ha resistito a burrasche, sopportato calme piatte, scelto sempre il percorso migliore e anche reagito da grande marinaio a una tempesta che il 5 novembre ha sdraiato il suo Matmut danneggiando il sartiame che tiene l'albero. Dopo il primo momento di sconforto in cui aveva deciso di riparare in Cile, VDH si è infatti rimboccato le maniche, ha puntellato l'albero e deciso di proseguire comunque la gara. Con una barca, però, da gestire con cautela.
Così l'olandese Mark Slats, suo diretto inseguitore con la barca gemella “Ohpen Maverick, distaccato di circa 2.000 miglia (circa 90 giorni) ha iniziato a recuperare trasformando la risalita dell'Atlantico in una caccia all'uomo. Tanto che il 15 gennaio la distanza tra i due era scesa a 50 miglia. La volata finale verso le coste francesi ha però ristabilito gli equilibri, con l'anziano fuoriclasse della vela oceanica che è riuscito ad aggirare un insidioso buco di vento al centro dell'atlantico e puntare dritto su Les Sables d'Olonne e l'olandese che vi si è impantanato dentro. L'ultima mossa da maestro, di un eccezionale marinaio. Chapeau!
La "Golden Globe Race 2018" è salpata il 1° luglio 2018 da Les Sables d'Olonne (Francia) con 16 concorrenti. Se ne sono ritirati finora 12, tra i quali l'italiano Francesco Cappelletti e uno, il russo Igor Zaretskiy su “Esmeralda” è passato in classe “Chichester” per aver fatto tappa in Australia. In gara restano: Mark Slats (Ned) su “Ohpen Maverick”, Uku Randmaa (Est) su “One and All”, Istavan Kopar (Usa) su “Puffin”, Tapio Lehtinen (Fin) su “Asteria”.
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