La denuncia arriva dalla Cgil: lavoratori stranieri assunti, senza tutele e costretti a restituire parte dello stipendio
La Camera del Lavoro di Massa Carrara ha presentato il 12 novembre un esposto alla polizia giudiziaria per sospetto sfruttamento lavorativo nel settore nautico. A denunciare la situazione è Nicola Del Vecchio, segretario generale della Cgil territoriale, che in una lettera aperta ha chiesto l'apertura di un tavolo di confronto con istituzioni e associazioni di categoria.
"Nelle ultime settimane - scrive Del Vecchio - decine di lavoratori, prevalentemente stranieri, si sono presentati nei nostri uffici per raccontare condizioni di lavoro totalmente ingiuste. I dipendenti, assunti formalmente come resinatori o apprendisti, avrebbero subito pressioni per restituire parte della retribuzione ai datori di lavoro, accompagnate da continue minacce di licenziamento".
Si tratta in molti casi di giovani migranti indebitatisi per raggiungere l'Italia, che una volta arrivati in Toscana avrebbero accettato condizioni degradanti per ripagare gli intermediari e mantenere le famiglie nei paesi d'origine. "Nonostante lavorino in committenza per i grandi player della nautica, ogni loro rivendicazione ha incontrato reazioni minacciose", denuncia il segretario.
Le violazioni riguarderebbero aspetti fondamentali: assenza di formazione adeguata, scarsa attenzione alla sicurezza, obbligo di acquistare le divise di lavoro, negazione di ferie e permessi. Secondo la ricostruzione sindacale, i lavoratori non potrebbero nemmeno denunciare gli infortuni o assentarsi per malattia.
La situazione si inserisce in un contesto già critico. Del Vecchio ricorda che in passato ispezioni del Servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro avevano già portato a sanzioni con tassi superiori al cento per cento, segno che tutte le aziende controllate presentavano irregolarità. "Registriamo esposizioni di centinaia di migliaia di euro verso gli istituti previdenziali da parte di società a responsabilità limitata che aprono e chiudono con velocità sospetta, scaricando i costi sulla collettività", aggiunge il segretario Cgil.
Il paradosso riguarda un settore che continua a mostrare numeri importanti nei segmenti di alta gamma, ma evidenzia fragilità crescenti nella piccola e media dimensione e nella componentistica. "Questa contraddizione mette in ginocchio l'intera filiera, con ricadute negative sul mercato del lavoro che rischiano di sfociare in situazioni di totale illegalità negli appalti e subappalti", sottolinea il sindacalista.
L'auspicio è che Prefetto, sindaci e associazioni imprenditoriali aprano un confronto sul futuro del comparto. "Ho agito - conclude Del Vecchio - a tutela non solo dei lavoratori incontrati, ma anche del nostro territorio, della legalità e della nautica tutta, che merita imprenditori corretti e investitori consapevoli".