Oryx Quest: abbandona
anche "Cheyenne"
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Il catamarano di David Scully ha disalberato al largo della costa argentina: nessun danno per l'equipaggio. Rimangono in corsa "Doha" di Thompson al 1° posto e "Daedalus" di Bullimore.
A una settimana dal ritiro del trimarano "Geronimo" del francese Olivier de Kersauson, la "Oryx Quest", giro del mondo riservato ai maxi multiscafi partito il 5 febbraio scorso, vede un altro concorrente abbandonare la competizione. Si tratta del catamarano "Cheyenne" (38 m) al comando di David Scully che mercoledì 9 marzo ha disalberato al largo della costa argentina, 200 miglia a Nord delle isole Falklands.
L'incidente è avvenuto nelle prime ore del mattino, mentre il catamarano navigava con 25 nodi di vento e mare piatto. In pochi secondi l'albero di carbonio si è abbattuto sulla coperta spezzandosi in tre tronconi. Fortunatamente non ci sono stati danni per l'equipaggio che dopo una prima analisi ha riscontrato il cedimento di una sartia sopravento. Grazie alle buone condizioni del mare Scully e compagni hanno potuto tagliare i cavi e il cordame per liberare la coperta, dopodichè hanno chiesto soccorso via radio. A rispondere è stata la nave della Marina Militare argentina "Subofficial Castillo" che in quel momento si trovava 140 miglia a Sud e ha raggiunto "Cheyenne" in tarda serata. Attualmente sta rimorchiando il catamarano verso il porto di Comodoro Rivadavia, sulla costa orientale dell'Argentina.
Con il ritiro di "Cheyenne" e "Geronimo" (quest'ultimo per un danno strutturale alla traversa di dritta), rimangono solo due multiscafi a correre la "Oryx Quest": "Doha" (33,50) di Brian Thompson che si mantiene in prima posizione ed è impegnato nella risalita dell'Oceano Atlantico, e alle sue spalle, staccato di oltre 3.000 miglia, "Daedalus" (30 m) condotto da Tony Bullimore.
(Dav.In.)
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