L'Imoca 60 del navigatore fiorentino esce dal cantiere di Lorient con una prua radicalmente modificata: dal dritto verticale si passa a volumi marcatamente tondeggianti
Giancarlo Pedote lo avevamo sentito circa un mese fa quando Prysmian, il suo Open 60 era ancora in cantiere.
«Abbiamo sostituito sei metri di prua – ci aveva detto – quindi un terzo della barca, che avrà volumi più adatti a navigare alle latitudini australi». Ma allora la nuova forma della barca era ancora "top secret". Oggi non è più così. Il 27 aprile dopo lunghi mesi di cantiere presso la Nauty'Mor di Lorient in Francia, l'Imoca con cui lo skipper fiorentino ha guadagnato l’ottavo posto (il migliore per un italiano) al Vendée Globe del 2020-21, è stato varato presentandosi al pubblico con una nuova silhouette. Evidente la radicale trasformazione della prua che dal dritto verticale passa a un profilo tondeggiante con l'intento di planare sulle onde anziché fenderle. Non proprio a "scow" come va di moda ora in particolare tra i Class 40, ma quasi.
«Quando navighi – ci aveva spiegato Pedote – sviluppi tutta una serie di sensazioni e di idee che poi sono sottoposte a un team di ingegneri, nel mio caso lo studio Vplp - Verdier, che effettua delle simulazioni in Cfd (Fluidodinamica computerizzata, ndr) per valutare come linee progettuali diverse risponderebbero, almeno teoricamente, a determinate condizioni».
«Sarà sicuramente un Imoca più performante di quanto era in passato», aveva concluso il navigatore.
Ora che la barca è varata, sarà allestita dell'armo velico che, a differenza dello scafo, non subirà particolari variazioni nel piano di coperta e nelle appendici. In stan-by, per non bloccare il programma sportivo con ulteriori interventi in cantiere, anche l'installazione dei nuovi e più grandi foil di ultima generazione.
In programma per Pedote e Prysmian ci sono ora quattro eventi in solitario: la Bermudes 1000 Race a maggio, la Vendée-Artique-Les Sables d’Olonne a luglio, Le Dèfi Azimut a settembre e la Route Du Rhum a novembre.