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Per “Ocean Cat”
sfida conclusa


20-02-2019

Il catamarano aperto condotto da Giammarco Sardi e Tullio Picciolini è arrivato in Guadalupa il 19 febbraio. Non c'è stato il record, ma quella dei due velisti resta un'impresa marinaresca.

Per “Ocean Cat”
sfida conclusa

Record mancato, ma impresa vinta per Ocean Cat. Il piccolo catamarano aperto (6 metri) condotto da Giammarco Sardi e Tullio Picciolini ha tagliato il traguardo di fronte Point a Pitre, nell'isola Guadalupa martedì  19 febbraio. I due velisti erano partiti il 5 febbraio da Dakar e per completare le 2.551 miglia di traversata oceanica hanno impiegato 14 giorni, 3 ore e 40 minuti. Non sono quindi riusciti a migliorare il primato stabilito nel 2017 da Vittorio e Nico Malingri in 11 giorni, 1 ora e 9 minuti, ma hanno ugualmente compiuto una notevole impresa marinaresca per le complicate condizioni meteorologiche affrontate durante la navigazione, portando a terminare la sfida. Lasciate le coste africane con vento leggero, i due navigatori hanno infatti subito incontrato groppi  di vento con raffiche fino a 40 nodi che hanno reso tutto molto più difficile. Così Ocean Cat lungo la sua rotta prima ha urtato un oggetto che ha provocato la rottura della deriva sinistra e poi è scuffiato due volte, la seconda a 180 gradi, di notte, costringendo i due skipper a ore di lavoro in acqua per poterlo raddrizzare.

«L'instabilità meteo ci ha creato grosse difficoltà – ha raccontato Sardi all'arrivo – Mi aspettavo un'impresa impegnativa, ma non tanto quanto l'abbiamo vissuta. Siamo partiti con il cambio di luna e vento debole, questo ci ha portato i primi giorni a navigare praticamente al buio. Dal quinto giorno ci siamo trovati ad affrontare condizioni mutevoli, con il mare che cambiava da parvenza di lago a onde di oltre 5 metri e vento che ha raggiunto i 40 nodi che ci ha reso davvero difficile navigare ad una velocità media di 12 nodi, necessaria per battere il record. La cosa che più ci ha sorpreso, già dal secondo giorno, sono state le allucinazioni: il rumore del mare e del vento sembrano il suono di una radio, una musica di sottofondo che ti accompagnava per tutto il giorno. Poi, le scuffie: la prima a 90 gradi, l'abbiamo gestita senza difficoltà. La seconda con un ribaltamento a 180 gradi è stata davvero impegnativa. Eravamo molto stanchi e un frangente ci ha preso e ci ha rigirato».

«Un'esperienza tostissima – ha confermato Picciolini – che ti mette alla prova sia da un punto di vista fisico che psicologico, anche per un record sfumato... In realtà, quando siamo arrivati a Guadeloupe e abbiamo festeggiato con gli amici che ci attendevano al traguardo, ci siamo resi conto che avevamo raggiunto il nostro obiettivo: quello di effettuare la traversata con un piccolo catamarano all'insegna della sicurezza in mare - che si pratica e si divulga tutti i giorni nei circoli velici e nelle piscine - e un messaggio ambientale importante che crediamo di essere riusciti a trasmettere. Durante questa traversata abbiamo toccato con mano e compreso bene che con uno stile di vita più attento e rispettoso dell'ambiente, l’uomo può davvero fare qualcosa per la salvaguardia del pianeta. Penso al problema dei Sargassi, queste distese di alghe che sempre più invadono l'oceano. Non se ne parla mai, ma sembra davvero che siano generate da enormi quantità di fertilizzanti riversate in mare". 
E sarà proprio l'inquinamento degli oceani il tema che i due velisti, ambasciatori dell'associazione ambientalista MareVivo, hanno intenzione di affrontare al loro ritorno in Italia. 

 

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