Rischio obbligo Vhf con “Dsc”
e radio Hf (con patentino)
Sulla nautica da diporto sarebbe in arrivo una stangata con l'imposizione di nuovi strumenti radio e il relativo esame (a Roma) per utilizzarli.
Sostituzione delle attuali radio Vhf con modelli dotati di sistema "Dsc", introduzione della radio Ssb-Hf per le unità che navigano oltre le 30 miglia dalla costa ed esami di massa, da effettuare a Roma, per ottenere l'autorizzazione a utilizzare questi nuovi apparecchi. Se non fosse per l'autorevolezza delle fonti (Ansa, Il Sole 24 ore, Confarca) che sabato 4 febbraio hanno annunciato il possibile arrivo di questi provvedimenti, sembrerebbe uno scherzo di cattivo gusto. E invece no. Capitanerie di Porto e burocrazia statale (non si è capito bene se il ministero dello Sviluppo Economico o quello delle Infrastrutture e dei Trasporti) si appresterebbero davvero a sferrare il colpo di grazia al già agonizzante diporto nautico italiano inserendo nuove dotazioni di sicurezza nella legge delega sulla riforma del Codice della Nautica da Diporto in preparazione nelle stanze ministeriali.
La prima stangata è quella che colpirebbe il maggior numero di diportisti (qualche centinaio di migliaia), visto che prevede la sostituzione delle attuali radio Vhf di bordo (obbligatorie oltre le 6 miglia dalla costa) con i più costosi modelli dotati di "Dsc" (Digital Selective Calling) il sistema di chiamata digitale che consente tra l'altro di inviare o ricevere messaggi di soccorso in modalità automatica.
La seconda mazzata è invece riservata alle imbarcazioni che navigano oltre le 30 miglia dalla costa, le quali sarebbero obbligate a imbarcare oltre alla precedente radio anche un modello a onde corte (Ssb-Hf) del tipo finora previsto solo per le navi o in determinate unità che effettuano charter. Due proposte folli, che diventano delirio se si aggiunge il fatto che per utilizzare queste radio sarebbe anche necessario sostenere un esame (licenza Short Range Operator) che si svolge solo a Roma presso il ministero dello Sviluppo Economico. Un pellegrinaggio di massa di diportisti nella Capitale e liste di attesa infinite.
Ora, escludendo che qualcuno nelle stanze del potere abbia dichiarato guerra alla nautica da diporto, non resta che pensare a un vaneggiamento normativo di qualche funzionario che non ha mai messo piede in barca o a un altro favore programmato verso produttori, distributori e commercianti in perenne stato di crisi. La scusa della “maggiore sicurezza”, infatti non regge più. I diportisti italiani sono già quelli più blindati del mondo con una lista di equipaggiamento obbligatorio che non ha uguali in nessun'altra nazione. Radioboa statellitare (Epirb) compresa. Non è passato nemmeno un anno da quando un'altra inspiegabile legge ha cambiato la composizione della cassetta di pronto soccorso delle barche imponendo materiale da sala rianimazione (pallone ambu, sfigmomanometro, fonendoscopio, etc), che già si pensa di rimettere le mani in tasca a chi ama navigare con l'intento di trasformare le barche in improbabili stazioni radiotrasmittenti internazionali. Forse è il caso che il popolo dei naviganti cominci a farsi sentire. Magari inviando un bel po' di e-mail di protesta a chi continua a trattarlo come un bancomat.
• Capitanerie di Porto: guardiacostiera@guardiacostiera.it
• ministero dello Sviluppo Economico "Direzione generale per la pianificazione e la gestione dello spazio radioelettrico": dgpgsr.segreteria@mise.gov.it
• ministero Infrastrutture e Trasporti “Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali e il personale: dtt.segr@mit.gov.it
© Riproduzione riservata