aprile2025
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Soldini e Malingri
in salvo
dopo il naufragio


17-11-2005

Recuperati da una petroliera diretta nel Golfo del Messico i due skipper che il 14 novembre avevano fatto naufragio a bordo del trimarano "Tim Progetto Italia".

Soldini e Malingri 
in salvo
dopo il naufragio
Giovanni e Soldini e Vittorio Malingri sono stati recuperati dalla petroliera "Cape Bari" intorno alle ore 20 di lunedì 14 novembre. Ora navigano verso il Golfo del Messico. Ci vorranno circa 10 giorni di navigazione. I due skipper in corsa per la Transat Jacques Vabre, regata transoceanica dalla Francia al Brasile avevano fatto naufragio tredici ore prima quando, a bordo del trimarano "Tim Progetto Italia", si trovavano a 500 miglia dalla costa del Senegal. A causare il rovesciamento del trimarano un malfunzionamento del pilota automatico che non avrebbe tenuto la rotta. Quando Soldini ha lasciato il timone per effettuare la regolazione delle vele, un improvviso cambio di rotta ha portato la barca a orzare, e conseguentemente a mandare l'albero in acqua e a rovesciarsi. Dopo aver lanciato l'SOS attivando la boa di emergenza Epirb e chiamando col telefono satellitare l'organizzazione, i due navigatori fortunatamente incolumi si sono prima adoperati per eliminare tutte le parti di albero che spezzato in diversi pezzi batteva sugli scafi, dopodiché sono rimasti all'interno dell'abitacolo con temperature elevatissime e l'acqua che entrava a secchiate dai due oblò di emergenza ogni volta che c'era l'esigenza di uscire all'esterno. A seguire riportiamo parte del testo della telefonata effettuata al team di terra da Giovanni e Vittorio. "C'era una tempesta vicina alla barca. Andavamo di poppa a 30 nodi. Io ero alla barra, Vittorio di sotto. Ho messo il pilota automatico per andare a cazzare il genoa. In quel momento il pilota si è sganciato e la barca si è inclinata. Ho cercato di recuperare la situazione ma non ce l'ho fatta. Ho sentito l'albero toccare l'acqua e poi esplodere e la barca si è rovesciata velocemente. Io mi sono ritrovato nel fondo pozzetto, Vittorio - che stava uscendo - è stato investito da mille oggetti che gli piovevano in testa: ci siamo praticamente ritrovati all'ingresso della cabina. "Vittorio ha afferrato il portello per chiudere e per fortuna siamo riusciti a metterlo su prima che si allagasse tutto. Non abbiamo avuto il tempo di avere paura, è successo così velocemente che non c'è stato quasi il tempo di pensare. La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di cercare si allontanare i pezzi di albero che sbattevano contro la barca massacrandola di buchi: per questo siamo stati tutto il giorno sulle reti, ma è stato un lavoro impossibile e quasi inutile. La barca è praticamente distrutta. Ora siamo dentro, anche se dal portello entra sempre più acqua e siamo a mollo con i piedi e le mani cotte. "La barca è andata giù di poppa perché la traversa si è riempita d'acqua. Comunque non c'è pericolo di andare a fondo, ma pensiamo che aumenterà l'acqua qui in cabina. Il problema è che se entra più acqua anche gli oblò che usiamo per uscire e andare sulle reti diventano bassi e quindi ogni volta che riapriamo entra acqua anche da lì. "Tra l'altro in cabina fa un caldo pazzesco anche perché fuori ci sono 30 gradi. Tutti gli strumenti sono andati, abbiamo solo un satellitare e con quello teniamo i contatti con l'organizzazione". Restano perplessità sulla possibilità di recuperare l'imbarcazione. "Non penso che si possa recuperare il trimarano - ha dichiarato Soldini - perché lo scafetto di dritta è esploso a causa dell'albero. L'albero è rotto in tre tronconi e ha fatto un bel po' di disastri".

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