aprile2025
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Ana, il ciclone
che torna dal passato


28-01-2022

Un recente studio dimostra che la tempesta tropicale che ha sconvolto l'Africa meridionale è un effetto del surriscaldamento oceanico

Ana, il ciclone 
che torna dal passato
A una settimana dall'arrivo di Ana, il primo ciclone stagionale dell'Oceano Indiano sudoccidentale, nell'Africa meridionale si cominciano a fare i conti del carico di devastazione che questo fenomeno meteorologico ha portato con sé.
In Madagascar sono 70 le morti accertate e 130.000 le persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni; 77, invece, i deceduti nel Malawui, nazione disastrata che tra le altre cose ha subito l'interruzione delle forniture energetiche; in Mozambico sono stati registrati 18 decessi accertati ma secondo fonti ufficiali il numero delle vittime è destinato a crescere. Basti considerare che sono 10.000 le abitazioni distrutte e circa 20.000 le persone coinvolte.
 
L'imponente fenomeno meteorologico si è originato come sistema di bassa pressione nella parte Sud Ovest dell'Oceano Indiano. Il 22 gennaio ha colpito il Madagascar, il 23 è entrato nel canale del Mozambico, per poi evolversi in moderata tempesta tropicale il 24 gennaio, quando è approdato nella provincia di Nampula con venti fino a 100 chilometri orari e precipitazioni imponenti (fino a 200 millimetri di acqua in 24 ore). 
Ora l'intensità del fenomeno è scemata, ma continuano forti piogge e venti che destano preoccupazione per le inondazioni diffuse e le conseguenze del disastro a livello umanitario. 
 
Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience e redatto da scienziati dell'Università del KwaZulu-Natal (UKZN), ha rafforzato la convinzione che il riscaldamento globale degli oceani abbia influenzato la rotta di Ana. Un effetto collaterale del global worming che potrebbe ripetersi nel prossimo futuro.
Analizzando i sedimenti dei fondali marini è stato infatti rilevato che circa 5.000 e 7.000 anni fa cicloni tropicali devastanti avevano già colpito la costa orientale del Sudafrica e ciò era avvenuto in concomitanza con l'aumento delle temperature dell'Oceano Indiano.
Con l'attuale surriscaldamento globale, si stanno in sostanza ripetendo le condizioni climatiche che migliaia di anni fa portarono cicloni a impattare quest'area del pianeta. Con la differenza che all'epoca era pressoché disabitata, mentre oggi ospita circa 77 milioni di persone.
 

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