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Chido, la tempesta record


17-12-2024

Una combinazione letale di mare caldo e venti intensi hanno trasformato un fenomeno stagionale nel ciclone più violento dal 1930

Chido, la tempesta record
Il ciclone tropicale Chido, formatosi il 5 dicembre nel sudest dell'Oceano Indiano, ha scatenato la più violenta tempesta degli ultimi 90 anni sull'arcipelago di Mayotte. Secondo il Joint Typhoon Warning Center, il temibile fenomeno meteorologico ha raggiunto una potenza eccezionale grazie alla combinazione di temperature marine insolitamente elevate (29 gradi) e un basso wind shear (la differenza di velocità o direzione del vento tra due quote atmosferiche differenti) verticale. Queste condizioni hanno permesso al ciclone di intensificarsi rapidamente fino a raggiungere venti sostenuti di 130 nodi, rendendolo il più violento dal 1930 secondo i dati di Météo-France.
 
Dopo aver colpito le isole Agaléga l'11 dicembre e aver sfiorato il Madagascar il 13, Chido si è abbattuto sul territorio francese di Mayotte il 14 mattina. A Mamoudzou, capitale del dipartimento d'oltremare di 320.000 abitanti, il passaggio del ciclone ha provocato una devastazione senza precedenti. Le immagini satellitari diffuse da Maxar Technologies documentano la distruzione di edifici pubblici e infrastrutture essenziali, con tetti divelti, imbarcazioni strappate dagli ormeggi e vaste aree di vegetazione rase al suolo.
 
Il bilancio provvisorio è di 21 vittime accertate e 45 feriti gravi, ma le autorità temono numeri ben più drammatici. Il governo francese ha attivato un ponte aereo per l'invio di 20 tonnellate giornaliere di aiuti. 
 
Particolarmente critica la situazione nei bangas, gli insediamenti in baraccopoli di migranti provenienti da altre isole limitrofe, dove molti sono rimasti intrappolati per paura di recarsi nei rifugi ed essere deportati.
 
Dopo aver devastato Mayotte, Chido ha colpito il Mozambico il 15 dicembre, causando 34 morti e oltre 174.000 sfollati. Il presidente Macron ha annunciato un periodo di lutto nazionale e una sua prossima visita nell'arcipelago, dove il 70% della popolazione è stata gravemente colpita dal disastro.
 
Secondo le previsioni dell'OCHA (Ufficio ONU per il Coordinamento degli Affari Umanitari), il fenomeno dovrebbe esaurirsi in prossimità dello Zimbabwe. Tuttavia, sono attese precipitazioni superiori ai 150 millimetri in 10 giorni su Mozambico settentrionale, Malawi, Zimbabwe e Zambia. Anche parti di Angola, Botswana, Repubblica Democratica del Congo, Eswatini, Tanzania e Sudafrica potrebbero essere interessate da piogge significative dovute a sistemi meteorologici correlati.
 
Intense precipitazioni potrebbero causare alluvioni lampo e smottamenti.
 
 

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