aprile2025
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Plastica monouso
limitazioni dal 14 gennaio


13-01-2022

Entra in vigore nel nostro paese il decreto legislativo 196/21 che accoglie la direttiva UE 2019/904, vietando l'impiego di alcuni manufatti in plastica. Ma in Italia le misure sono state volontariamente edulcorate

Plastica monouso
limitazioni dal 14 gennaio
Limitazioni alla plastica monouso in Italia. Dal 14 gennaio 2022 entra in vigore  il decreto legislativo 196/21 che accoglie la direttiva (UE) 2019/904, del Parlamento europeo e vieta l'impiego di alcuni manufatti realizzati "interamente o parzialmente in plastica", a eccezione di quelli realizzati in polimeri naturali non modificati chimicamente". Stop anche ai prodotti oxo-degradabili, ossia “materie plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti o la decomposizione chimica". 
 
Il divieto nel nostro paese non si applica però ai prodotti biodegradabili e compostabili ovvero composti per almeno il 40% da materia prima rinnovabile (percentuale che dal 1 gennaio 2024, salirà al 60 per cento). Una decisione questa, sottolinea un gruppo di ONG composto da Greenpeace, ClienthEarth, ECOS e Rethink Plastic Alliance, in evidente contrasto con i dettami comunitari secondo cui le plastiche biodegradabili dovrebbero essere vietate al pari di quelle derivate da petrolio e gas fossile. Un’ulteriore violazione tutta italiana - proseguono gli ambientalisti - è l’esclusione dall’ambito di applicazione della direttiva dei prodotti dotati di rivestimento in plastica con un peso inferiore al 10 per cento dell’intero prodotto. 
 
Insomma, nel Belpaese saranno vietati, ma a esaurimento scorte, solo aste per palloncini; contenitori per alimenti, tazze e contenitori per bevande in polistirolo espanso; posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette); piatti; cannucce, cotton fioc e agitatori per bevande. Un primo passo, con tante deroghe e poche rivoluzioni. 
La messa a disposizione di prodotti in violazione di quanto  disposto dal decreto è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 2.500 euro a 25.000  euro.
 

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